Sacripante, disarcionato da Boiardo (per non fare un torto al proprio padrone), e Rinaldo iniziano lo scontro, dopo esserci offesi a vicenda.
Angelica vista la forza di Rinaldo e temendo di divenire presto o tardi sua prigioniera, approfitta della situazione e fugge a cavallo nel fitto bosco.
Fugge ed incontra un eremita, il quale, con un incantesimo, evoca uno spirito, con le sembianze di un valletto, che interrompe il duello tra i due contendenti comunicando loro che la bella Angelica è intanto fuggita a Parigi con Orlando.
Rinaldo monta subito Boiardo, lascia a piedi Sacripante, e si precipita a Parigi. Il cavallo era in precedenza sfuggito al suo padrone per andare all’inseguimento di Angelica e si era lasciato quindi inseguire senza lasciarsi prendere per condurlo da lei. Ora, credendo egli stesso alle parole del valletto, si lascia nuovamente montare per fare in modo che Rinaldo possa raggiungere nel minor tempo possibile la bella Angelica, oggetto dei suoi desideri.
Re Carlo, sconfitto in battaglia, si era ritirato a Parigi con i propri soldati e si apprestava ai preparativi necessari per sostenere l’imminente assedio.
Carlo Magno dà però l’ordine a Rinaldo di partire immediatamente per l’Inghilterra per chiedere soccorsi.
Rinaldo, dovendo abbandonare contro la propria volontà le ricerche di Angelica, decide di partire nonostante il mare agitato per accelerare almeno i tempi dell’operazione.
Il Vento sentendosi sfidato da quei marinai dà però inizio ad una forte tempesta che terrà impegnato ben oltre il cavaliere.
Bradamante, sorella di Rinaldo ed innamorata del cavaliere saraceno Ruggiero, disarcionato Sacripante, continua il suo viaggio per boschi alla ricerca del proprio amante.
Giunge infine ad un torrente dove incontra un cavaliere disperato ed in lacrime che le racconta di essere triste poiché, mentre tentava di raggiungere il campo di battaglia, un cavaliere in groppa ad un cavallo alato, l’ippogrifo, era sceso dal cielo ed aveva rapito la sua amante.
Lui era andato al suo inseguimento abbandonando il proprio esercito.
Giunto ai piedi di una roccia aveva visto un castello luminoso dimora del mago Atlante, irraggiungibile se non a piedi.
Erano quindi giunti sul posto anche re Gradasso e Ruggiero, intenzionati a misurarsi con il mago.
Con diversi e ripetuti attacchi dal cielo il mago percuote i due cavalieri.
Giunta la sera Atlante libera il proprio scudo dal velo che lo ricopriva e la luce da esso sprigionato acceca e fa cadere a terra svenuti Ruggiero e re Gradasso, che vengono quindi subito fatti prigionieri.
Questo cavaliere disperato è Pinabello, discendente dei Maganza, ma Bradamante rimane per il momento ancora all’oscuro della sua identità.
Bradamante, spinta per l’amore per Ruggiero, chiede a Pinabello di essere condotta al castello.
Al momento della partenza giunge però il messaggero, partito da Marsiglia, per chiedere il suo soccorso nella battaglia contro gli spagnoli.
Bradamante decide di andare a liberare prima il proprio amante e di rimandare quindi i propri impegni.
Pinabello apprende dalle parole del messaggero che la sua compagna di viaggio discende dal casato dei Chiaromonte, acerrimo nemico dei Maganza, e progetta quindi o di tradire o di abbandonare la giovane alla prima possibilità.
Così preso dal pensiero del tradimento, Pinabello smarrisce però la strada ed i due si trovano infine in un bosco.
Pinabello, vista una caverna, dicendo di aver visto al suo interno una ragazza prigioniera, incita Bradamante a calarsi al suo interno per guardare.
Il discendente dei Maganza abbandona però poi il ramo che la sostiene e la fa precipitare sul fondo della caverna.
Bradamanate, salvata dal ramo, non muore ma rimane priva di sensi per molto tempo.
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