Riassunto canto 25 (XXV) del poema Orlando Furioso

Abbandonato il combattimento come richiesto da Doralice, Rodomonte e Mandricardo si avviano insieme alla donna ed al nano verso Parigi, per soccorrere il loro re. Incontreranno presso un ruscello quattro cavalieri ed una donna.

Nel frattempo anche Ruggiero, poco dopo aver gettato nel pozzo lo scudo incantato, viene raggiunto dal messaggero inviato da re Agramante e riceve quindi la richiesta di soccorso. Decide però di proseguire oltre, per riuscire a salvare il giovane innamorato della figlia del re Marsilio, e condannato ad essere arso vivo, ma soprattutto per poter ritrovare l’amata Bradamante.
Giunto all’interno della piazza dove si sta svolgendo la condanna a morte e visto in faccia il giovane, Ruggiero crede si tratti di Bradamante, tanta è la somiglianza tra il condannato e la sua donna, caduta prigioniera nel tentativo di compiere l’impresa da sola. Il pagano sguaina la propria spada Balisarda, costruita da Falerina per uccidere Orlando, e fa una strage di chiunque gli capiti a tiro. La donna che l’ha condotto lì, nel frattempo libera il giovane ed i tre escono al galoppo dal castello.
Ruggiero è ancora dubbioso circa l’identità della persona che ha salvato, solo la voce grave del giovane ed il fatto che dice di non conoscerlo lo fanno dubitare che si tratti effettivamente della sua amata. Alla fine il ragazzo si presenta: è Ricciardetto, fratello di Rinaldo e di Bradamante e totalmente identico alla sorella.

Ricciardetto racconta che un giorno la sorella, ferita alla testa durante un combattimento contro soldati saraceni, si era dovuta tagliare i capelli per curarsi la ferita. Giunta ad una fonte si era poi sdraiata sull’erba ed era stata così vista da Fiordispina, figlia del re Marsilio, che subito, credendo fosse un cavaliere, si innamorò di lei.
Fiordispina confessò poi il suo amore alla donna e la baciò anche. Bradamante, imbarazzata, chiarì allora subito la propria identità per mostrare l’errore compiuto dalla figlia del re Marsilio. Nonostante la confessione, Firodispina continuò però ad ardere d’amore per Bradamante, disperandosi ed addolorandosi di non poter sfogare la propria passione amorosa e per il proprio folle sentimento, a quel tempo senza precedenti.

La sera Fiordispina aveva invitato nel proprio castello Bradamante e l’aveva anche vestita da donna, così da cercare di spegnere la propria passione, nata avendola scambiata per un uomo a causa dell’armatura che portava. Si coricarono anche nello stesso letto ma mentre Bradamante dormiva, il desiderio dell’altra cresceva sempre di più, pianse, sognò che la compagna cambiasse sesso e pregò anche che ciò avvenisse. La mattina la sorella di Ricciardetto ricevette in dono dall’altra donna un cavallo ed una sopravveste e ritornò infine a Montalbano.

Bradamante aveva raccontato subito tutta la storia ai fratelli ed alla madre. In Ricciardetto, già in precedenza innamorato della ragazza, si riaccese subito il fuoco della passione ed il giovane decise così di vestirsi come la sorella per fare visita a Fiordispina. Nel castello di lei gli venne tolta l’armatura, venne vestito da donna, pettinato, invitato al banchetto ed infine a dormire nello stesso letto della giovane.
Ricciardetto disse, con la voce camuffata e fingendosi quindi ancora Bradamante, di essere dovuto partire in precedenza per non nuocere con la propria presenza al cuore della giovane. Per giustificare il proprio essere uomo, il ragazzo si inventò una storia. Disse che durante il viaggio di ritorno aveva salvato dalle grinfie di un fauno e una ninfa, che subito, in cambio del favore, gli aveva detto di poter esaudire un suo qualunque desiderio. Il giovane aveva allora chiesto di poter sanare la ferita d’amore di Firodispina ed era stato infine trasformato da donna in un uomo.
Passata l’incredulità della donna per quel racconto, subito i due sfogarono la loro passione amorosa e continuarono a farlo per più di un mese, fino a quando il re non venne a sapere la verità e lo condannò così a morte.

Ruggiero e Ricciardetto si recano nel castello di Aldighieri, cugino del ragazzo, che subito gli comunica che i suoi fratelli, fatti prigionieri da Ferraù, stavano ora per essere venduti al loro nemico Bertolagi, della stirpe dei Maganza. Lo scambio si doveva svolgere il giorno seguente. Ruggiero, vedendo la loro tristezza causata dall’impossibilità di intervenire, si prende carico dell’impresa.

Il cavaliere pagano non riesce a dormire quella notte, è tormentato da un dubbio: andare a soccorrere il proprio re senza aver salutato Bradamante o andare a Vallombrosa, dove crede di poter ritrovare l’amata, e perdere così il proprio onore per aver abbandonato Agramante nel momento del bisogno? Decide infine di informare con una lettera Bradamante degli avvenimenti e di ripartire per Parigi per togliere dall’assedio il proprio re, rimandando così il battesimo ed il loro matrimonio. Si impegna quindi, se l’assedio non viene tolto entro trenta giorni, di cercare entro quel termine un buon espediente per allontanarsi comunque dalla battaglia.
Il giorno dopo i tre si recano al luogo dove avrebbe dovuto avvenire lo scambio ed incontrano un cavaliere che ha come insegna una fenice.

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