Acceso d’ira per i continui interventi dell’eremita, Rodomonte afferra il vecchio per la gola, lo fa roteare in aria e lo scaglia infine verso il mare con tutta la sua forza. Ritorna poi a rivolgersi con voce languida alla donna.
Isabella, avendo capito che la passione amorosa del guerriero sta ormai per raggiungere il suo culmine e che ogni tentativo di resistere alla violenza sarebbe inutile (vista la differenza in valore), promette a Rodomonte di preparargli un liquore in grado di renderlo invulnerabile in cambio del rispetto del suo voto di castità. Il saraceno assicura il rispetto della condizione, ma in realtà non è veramente intenzionato a farlo.
Sotto il controllo di Rodomonte, Isabella raccoglie e fa bollire quella stessa sera le erbe scelte. Terminata la preparazione, la donna, per dimostrare al cavaliere di non aver fatto promesse vane e di non volerlo avvelenare, propone al saraceno (ubriaco per il vino bevuto) di essere lei in prima persona a provare il liquore. Isabella si bagna tutto il corpo con l’estratto di erbe ed espone il proprio collo alla spada di Rodomonte: muore decapitata, pronunciando in ultimo il nome di Zerbino.
Visto il gesto di fede della donna, in sua memoria, Dio, dall’alto dei cieli, decise di donare sempre le migliori virtù a tutte le donne di nome Isabella.
Rodomonte rimane sconvolto per aver ucciso la donna amata e decide di trasformare la chiesetta del villaggio in un monumento funebre in onore di Isabella e Zerbino. Fa costruire anche un ponte senza protezioni e promette di adornare il sepolcro con le armi di tutti i cavalieri che oseranno attraversarlo.
Essendo stato il ponte posto su una via molto frequentata nei viaggi verso la Spagna o l’Italia, molti sono i cavalieri che si scontrano con Rodomonte; ai saraceni vengono tolte semplicemente le armi, i cristiani vengono invece fatti prigionieri per essere poi spediti in Africa.
Il sepolcro non era ancora stato terminato quando giunge sul posto l’Orlando furioso e, completamente nudo e disarmato, si mette a correre sul ponte sotto lo sguardo incredulo di Fiordiligi, alla ricerca di Brandimarte e giunta per caso al villaggio nello stesso momento.
Rodomonte minaccia il paladino prima da lontano, poi parte all’attacco con l’intenzione di buttarlo giù dal ponte. Il combattimento corpo a corpo tra i due valorosi cavalieri termina quando entrambi finiscono nel fiume. Orlando, completamente nudo, raggiunge subito la riva a nuoto e riprende la propria folle corsa; Rodomonte è invece rallentato nei movimenti dalle proprie armi e tocca quindi terra molto dopo il cristiano.
Durante il suo vagare senza meta, saranno molte le pazzie compiute dal conte Orlando. Proseguendo verso la Spagna, assale sui monti Pirenei due boscaioli, fa volare in cielo con un calcio il loro asino e divide a metà il corpo di uno dei due, allargandone il più possibile le gambe.
Giunto in riva al mare di Spagna, decide poi di farsi un tana nella sabbia per ripararsi dal caldo. Giungono su quella spiaggia anche Angelica e Medoro. La donna non riconosce il paladino, la follia l’ha completamente trasformato, ed appena vede quel pazzo nascosto nella sabbia, subito scappa verso Medoro. Neanche Orlando riconosce la donna, ma il suo viso lo attrae e si mette quindi subito a rincorrerla. Medoro cerca invano di ferirlo con la propria spada ma il paladino gli uccide il cavallo con un solo pugno e prosegue nell’inseguimento.
Angelica, ormai prossima ad essere raggiunta dal furioso paladino, si infila infine in bocca l’anello magico e, caduta da cavallo, scompare alla sua vista.
Orlando insegue la cavalla di angelica e se ne impossessa. Se ne serve per il suo folle viaggio senza farla mai fermare, né per riposarsi né per bere o mangiare. La cavalla si sloga anche una spalla ma lui non l’abbandona: lo porta sulle proprie spalle per un pò di strada ed infine la trascina dietro di sè, senza nemmeno accorgersi della sua morte.
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