Astolfo, osservando il lavoro delle parche, vede un batuffolo che luccica più dell’oro e spicca per bellezza tra tutti gli altri presenti. L’evangelista Giovanni gli dice che appartiene ad un uomo che non avrà eguali in terra per valore, il cardinale Ippolito d’Este.
Usciti all’aperto, il cavaliere e l’evangelista vedono nuovamente il vecchio, il Tempo, intento a scaricare le piastrine nel fiume Lete, il fiume dell’oblio, della dimenticanza, che scorre vicino al palazzo. Molte piastrine vanno subito a fondo in quelle acque torbide, poche vengono momentaneamente prese nel becco da degli uccellacci (le persone che vivono alle spalle di altri) per poi finire inevitabilmente ancora nel fiume; pochissime vengono invece salvate da due bianchi cigni (gli scrittori) che le portano a riva, dove una ninfa le preleva per poi affiggerle ad una colonna del tempio dell’Immortalità.
L’evangelista Giovanni sottolinea quindi quanto sia importante sostenere i poeti e gli scrittori ed averli in amicizia, se si vuole che il proprio nome rimanga in modo positivo nella storia.
Tornando a parlare delle vicende di Bradamante: la donna, dopo aver buttato a terra i tre re e ripreso il proprio viaggio verso Parigi, viene a sapere che re Agramante si trova ad Arles. Pensando di ritrovare in quella città anche Ruggiero, prende quindi subito la strada verso la Provenza. Incontra poi Fiordiligi, afflitta per la sorte capitata all’amato Brandimarte, caduto prigioniero di Rodomonte.
Fiordiligi chiede a Bradamante di farsi carico dell’impresa, di liberare il suo fedele amante, ed ottiene subito il consenso del cavaliere.
Non appena la guerriera giunge al fiume, Rodomonte, informato dalla guardia dell’arrivo di un cavaliere, si arma subito e si avvia per togliere le armi al nuovo venuto. Bradamante gli dice di voler vendicare la morte di Isabella e chiede, come patto, che in caso di sua vittoria siano le armi del saraceno le uniche offerte al mausoleo, tutte le altre dovranno essere tolte e tutti i prigionieri dovranno essere liberati. Rodomonte accetta il patto, pur avendo già spedito in Africa i suoi prigionieri, e chiede però in caso di vittoria non le armi della donna, come era abitudine, ma il suo amore.
I due cavalieri si lanciano poi al combattimento, la lancia d’oro di Bradamante (capace, per incantesimo, di disarcionare chiunque toccasse) manda a terra l’avversario pagano. Rodomonte si alza subito e senza dire nulla, tanta era la sorpresa per essere stato sconfitto da una donna, si toglie armi ed armatura, incarica uno scudiero di fare liberare i prigionieri, e si allontana. Troverà rifugio in una caverna.
Bradamante appende le armi del saraceno al mausoleo, toglie le altri che portano nomi di cavalieri cristiani e le mette al sicuro nella torre.
Vi sono anche le armi di Sacripante, arrivato al ponte per riprendersi il cavaliere Frontalatte (ora Frontino), ma ripartito senza avere più neanche indosso l’armatura. Non tornerà più al campo di re Agramante, andrà invece in India seguendo le tracce dell’amata Angelica.
Fiordiligi dice a Bradamante di voler andare alla città di Arles per cercare compagnia ed una nave che la portino in Africa, dove spera di ritrovare Brandimarte. Bradamante si offre di accompagnarla per parte del viaggio e le chiede in cambio di portare a Ruggiero il cavallo che ha sottratto a Rodomonte (Frontino), e di dire al cavaliere pagano di armarsi e prepararsi a sfidare il cavaliere che glielo ha mandato, e che ha intenzione di dimostrare con le armi la sua infedeltà.
Giunte ad Arles, Fiordiligi svolge il compito assegnatole dalla compagna e prosegue poi subito oltre, senza aspettare risposta. Ruggiero è confuso da quel gesto di cortesia ma anche di sfida; non riesce a capire chi possa ritenerlo un infedele, crede si tratti di Rodomonte, non certo di Bradamante.
La notizia che ci sia un cavaliere alle porte della città che vuole sfidare Ruggiero, fa subito il giro dell’accampamento. Esce un primo avversario, Bradamante lo disarciona, ne recupera il cavallo e gli chiede di tornare da Agramante per chiedergli di mandare fuori un cavaliere di più alto valore. Esce un secondo avversario e fa la stessa fine.
Tutti iniziano a credere, e temere, che il misterioso cavaliere sia Rinaldo o Brandimarte, non Orlando, avendo saputo le sue avventure, e certamente non Bradamante. Il terzo cavaliere ad uscire è Ferraù, che rimane subito colpito dalla bellezza dell’avversario. L’esito del combattimento non cambia: è ancora una volta l’avversario di Bradamante a cadere dalla sella.
Ruggiero, saputo da Ferraù che il cavaliere misterioso chiede di lui, subito si prepara al combattimento.
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