Curioso che fosse arrivata proprio a lui. Neanche tanto, pensò. Chissà quanti autori pensavano a riscrivere Alice nel Paese delle Meraviglie. Quando aveva capito di cosa si trattava, era stato tentato di passare il lavoro a qualcun altro. Sofia, per esempio. Con la sua passione per le storie vittoriane, l’avrebbe preso volentieri. Ma poi aveva deciso di accettarlo. Era passato il tempo in cui la Sindrome gli faceva paura…
LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICE di Lorenzo Marone
IL DESERTO DEI TARTARI di Dino Buzzati | Riassunto
Terminati gli studi presso l’accademia militare, Giovanni Drogo, appena nominato ufficiale, lascia una mattina di settembre la casa dove vive con sua padre per andare a prestare servizio con il grado di tenente presso la misteriosa fortezza Bastiani. È finalmente arrivato il giorno che il protagonista ha sempre atteso come l’inizio della vera vita. Lo attendono soldi e prestigio. Ma, stranamente, Giovanni non si sente affatto entusiasta…
IL PROFETA di Giuseppe Monea
Danari avrebbe voluto discutere del suo articolo ma fu costretto a indagare sull’agitazione del primario.
«Si può sapere che ti prende? Il solito black out totale? Magari questo qui non sa neanche come si chiama.»
Aveva trattato diverse amnesie con ottimi risultati. Ipotizzò che Rossi lo ricordasse.
«No, no, peggio. Il paziente…» si fermò, con la mano pronta ad abbassare la maniglia della porta d’ingresso «dice di vedere la morte.»
«Allucinazioni? Pensavo peggio.»
«Magari» sospirò Rossi «Questo tizio prevede la morte degli altri.»
IL DESERTO DEI TARTARI di Dino Buzzati
Adesso era finalmente ufficiale, non aveva più da consumarsi sui libri né da tremare alla voce del sergente, eppure tutto questo era passato. Tutti quei giorni, che gli erano sembrati odiosi, si erano oramai consumati per sempre, formando mesi ed anni che non si sarebbero ripetuti mai. Sì, adesso egli era ufficiale, avrebbe avuto soldi, le belle donne lo avrebbero forse guardato, ma in fondo – si accorse Giovanni Drogo – il tempo migliore, la prima giovinezza, era probabilmente finito…
ATTI OSCENI IN LUOGO PRIVATO di Marco Missiroli
…c’era quest’opera su sfondo bianco con quattro linee curve che lambivano e davano forma a una croce o a una feritoia, feci un passo indietro e capii che era il punto dove i glutei e le gambe convergono. Lo fissai, delicato e ambiguo, brutale: quel corpo mi conteneva. Conteneva la profanazione della sera prima, il suo azzardo, e il rimpianto del giorno dopo. Il candore irreversibilmente disperso…
OGNUNO POTREBBE di Michele Serra
Nelle fotografie mi si riconosce perché sono l’unico che non fa niente. Non saluto, non rido, non faccio smorfie, non sventolo le braccia, non mostro pollici o indici secondo la mimica manuale in uso, non mi protendo verso l’obiettivo, non abbraccio il vicino, non ammicco. Niente. Non mi viene da fare proprio niente. Sono nient’altro che me stesso in tutta la mia inerte normalità, in un istante casuale tra i tanti che compongono la mia vita…
PICCOLO MONDO ANTICO di Antonio fogazzaro | Riassunto
Il romanzo comincia dalla cena organizzata dalla ricca Marchesa Orsola Maironi in onore del nipote Franco. All’evento partecipano le più importanti personalità del paese ma l’ospite principale è Carolina Carabelli, la nobile donna scelta dalla ricca Marchesa come futura moglie per suo nipote, per porre velocemente rimedio ad un rischioso crescente slancio amoroso del ragazzo…
PICCOLO MONDO ANTICO di Antonio fogazzaro
Pasotti alzò la tenda del battello, per vedere. Poco discosto una barca dalla bandiera bianca e azzurra si cullava in un comune moto di saliscendi, in una comune stanchezza con l’onda. A poppa, sotto la bandiera, v’era seduto don Franco Maironi, l’abiatico della vecchia marchesa Orsola che dava il pranzo.
Pasotti lo vide alzarsi, dar di piglio ai remi e allontanarsi remando adagio, verso l’alto lago, verso il golfo selvaggio del Dòi; la bandiera bianca e azzurra si spiegava tutta, sventolava sulla scia.
«Dove va, quell’originale?», diss’egli. E brontolò fra identi, con una forzata raucedine da barabba milanese:
«Antipatico!»
CHI MANDA LE ONDE di Fabio Genovesi
…il dolore vero invece non arriva da un punto preciso, lui ti sta tutto intorno come il mare quando è mosso, un mare profondo e buio e pieno di onde altissime che arrivano da tutte le parti. La corrente ti porta un po’ di qua un po’ di là, poi arriva un’onda più alta e ti travolge e vai sott’acqua, e non respiri e non sai più dove sei, da che parte è il fondo e dove la superficie, e cosa sono queste cose molli e viscide che ti si appiccicano ai polsi e alle gambe e ti portano giù. Allora ti lasci andare e affondi per sempre…