Parafrasi canto 43 (XLIII) del poema Orlando Furioso

Parafrasi del Canto 43 (XLIII) del poema Orlando Furioso – Saputo della morte di Brandimarte, Fiordiligi si dispera e desidera solo morire. I funerali solenni vengono svolti ad Agrigento e viene anche costruito un solenne mausoleo, nel quale la donna decide di passare il resto della sua vita. Orlando e Rinaldo portano a fare curare Oliviero dallo…

Parafrasi canto 42 (XLII) del poema Orlando Furioso

Parafrasi del Canto 42 (XLII) del poema Orlando Furioso – Accortosi che l’amico Brandimarte è stato appena ucciso, Orlando si accende d’ira e si scaraventa subito contro gli avversari: decapita prima re Agramante e poi trafigge a morte re Gradasso. Corre poi dall’amico morente per raccogliere le sue ultime parole. Mentre Oliviero e Sobrino vengo curati, ed…

X di Giovanni Verga

Quella fatale tendenza verso l’ignoto che c’è nel cuore umano, e si rivela nelle grandi come nelle piccole cose, nella sete di scienza come nella curiosità del bambino, è uno dei principali caratteri dell’amore, direi la principale attrattiva: triste attrattiva, gravida di noie o di lagrime – e di cui la triste scienza inaridisce il cuore anzi tempo. Cotesto amore dunque che ha ispirato tanti capolavori, e che riempie per metà gli ergastoli e gli ospedali, non avrebbe in sé tutte le condizioni di essere, che a patto di servire come mezzo transitorio di fini assai più elevati – o assai più modesti, secondo il punto di vista – e non verrebbe che l’ultimo nella scala dei sentimenti?…

ARGO E IL SUO PADRONE di Italo Svevo

Il dottore m’aveva esiliato lassù: Dovevo restare per un anno intero nell’alta montagna movendomi quando il tempo lo concedeva e riposare quando lo imponeva. Idea geniale che però non mi fu utile. Il movimento che l’estate aveva concesso abbondantemente non m’aveva fatto bene ed il riposo impostomi dalle prime bufere e che dapprima mi parve gradevole, fu subito eccessivo, noioso, snervante. Poi la noia mi spinse ad un’avventura con una donna del rude paese. Finì – come si vedrà – male, e alla noia s’associò un rancore per tutto il paese che doveva servirmi di medicina…

Parafrasi canto 32 (XXXII) dell’Inferno di Dante

Parafrasi del Canto XXXII dell’Inferno – Dante e Virgilio raggiungono la nona bolgia, dove vengono puniti i traditori, immersi nel ghiaccio fino al volto. Attraversando la Caina (traditori dei parenti) incontrano Camicion de’ pazzi. Nell’Antenore (traditori della patria) incontrano Bocca degli Abati. I due poeti incontrano infine il conte Ugolino della Gherardesca. Leggi il testo…

Parafrasi canto 31 (XXXI) dell’Inferno di Dante

Parafrasi del Canto XXXI dell’Inferno – Dante e virgilio proseguono il loro viaggio nella nona bolgia ed incontrano i giganti, disposti come torri attorno al pozzo centrale di Cocito. I due poeti incontrano Nembrot e Fialte, e raggiungono infine Anteo che li depone sul fondo del nono e ultimo cerchio. Leggi il testo del canto…

GUERRA DI SANTI di Giovanni Verga

Tutt’a un tratto, mentre San Rocco se ne andava tranquillamente per la sua strada, sotto il baldacchino, coi cani al guinzaglio, un gran numero di ceri accesi tutt’intorno, e la banda, la processione, la calca dei devoti, accadde una parapiglia, un fuggi fuggi, un casa del diavolo: preti che scappavano colle sottane per aria, trombe e clarinetti sulla faccia, donne che strillavano, il sangue a rigagnoli, e le legnate che piovevano come pere fradicie fin sotto il naso di San Rocco benedetto…

L’ASSASSINIO DI VIA BELPOGGIO di Italo Svevo

Dunque uccidere era cosa tanto facile? Si fermò per un solo istante nella sua corsa e guardò dietro a sé: Nella lunga via rischiarata da pochi fanali vide giacere a terra il corpo di quell’Antonio di cui egli neppure conosceva il nome di famiglia e lo vide con un’esattezza di cui subito si meravigliò. Come nel breve istante aveva quasi potuto percepirne la fisionomia, quel volto magro da sofferente e la posizione del corpo, una posizione naturale ma non solita…

COME IL SOLE DOPO LA TEMPESTA di Erica Brusco

Ricordo ancora quando il sole è finalmente entrato nella mia vita. Sono passati otto anni ma ricordo ogni singolo istante come se il mio cuore avesse scattato delle istantanee per poi imprimerle nell’album della mia mente.
Era l’afosa estate di un anno molto travagliato, trascorso tra gli sbalzi di gioia e di dolore; ero come a bordo di una nave immersa nel mare mosso: la nascita, infatti, della prima nipotina, motivo d’infinita felicità all’interno della famiglia, era stata seguita, dopo soli due mesi, dalla morte della mia cara nonna materna…

DI NOTTE di Grazia Deledda

Potevano essere le undici quando la piccola Gabina si svegliò nel gran letto di legno della stanza di sopra, ove dormiva sempre con la sua mamma che le voleva tanto bene.
Ma quella notte la mamma non le stava allato. Perché dunque non c’era? Per quanto Gabina stendesse le sue manine da tutte le parti del gran letto di legno non poteva trovare la sua mamma. Solo le lenzuola fredde come il vento, solo i guanciali di percalle rosso; null’altro!
Dove era dunque la mamma? Gabina si coricava e si levava sempre insieme a lei; mai s’era trovata sola in letto, così, nel gran letto freddo, nell’oscurità della notte spaventosa.
Quello era dunque un grande avvenimento per la piccina…