La parafrasi completa dei più importanti canti del Purgatorio dell’opera letteraria Divina Commedia scritta da Dante Alighieri. Un Capolavoro Italiano!
Canto I del Purgatorio (1 – primo) – Dante invoca le muse e racconta quindi dell’incontro con Catone, custode del Purgatorio. Seguendo le indicazioni dell’antico politico romano, Virgilio lava il viso di Dante e gli cinge poi la vita con un giunco.
Canto II del Purgatorio (2 – secondo) – Dante e Virgilio vedono arrivare nuove anime alla spiaggia del Purgatorio, condotte su di una imbarcazione da un angelo nocchiere. Il poeta riconosce tra loro il suo amico Casella, che intona per lui la canzone “Amor che ne la mente mi ragion”.
Canto III del Purgatorio (3 – terzo) – Il poeta e la sua guida giungono ai piedi del monte del Purgatorio ma non sanno da dove scalarlo, chiedono quindi indicazioni ad un gruppo di anime: sono coloro che si pentirono dei propri peccati solo sul punto di morte. Dante incontra Manfredi di Svevia, che racconta così la sua storia.
Canto IV del Purgatorio (4 – quarto) – Dante e Virgilio iniziano la salita attraverso uno stretto sentiero. Il sommo poeta incontra l’amico Belacqua, pentitosi anche lui dei suoi peccati solo sul punto di morte.
Canto V del Purgatorio (5 – quinto) – Durante la salita sono molte le anime che si accorgono che Dante è ancora in vita (i raggi del sole non lo attraversano) ed il poeta viene quindi circondato da spiriti che gli chiedono di essere ricordati tra i vivi con preghiere, così da poter accelerare il loro ingresso al Purgatorio. L’incontro con Iacopo del Cassero, Buonconte dei Montefeltro e la Pia.
Canto VI del Purgatorio (6 – sesto) – Virgilio spiega a Dante il potere delle preghiere a suffragio delle anime del purgatorio. I due poeti incontrano Sordello, concittadino di Virgilio. L’abbraccio tra le due anime è per Dante lo spunto per inveire contro le divisioni e le guerre fratricide che contraddistinguono l’Italia del suo tempo.
Canto VII del Purgatorio (7 – settimo) – Virgilio rivela la sua identità a Sordello e gli chiede informazioni sulla strada da prendere per entrare nel Purgatorio. Lo spirito si propone come guida ma è oramai sera e non è più possibile salire. I tre raggiungono quindi una valle incavata nel monte per avere un riparo durante la notte. Una valle di sorprendete bellezza che accoglie le anime di sovrani e principi.
Canto VIII del Purgatorio (8 – ottavo) – Giunti nella valle fiorita che accoglie le anime dei sovrani ed è sorvegliata da due angeli, Dante e Virgilio incontrano prima Ugolino Visconti e poi Corrado Malaspina, che predice al poeta il suo futuro esilio.
Quando arriva il serpente del peccato originale, i due angeli guardiano si mettono subito in movimento e scacciano l’animale.
Canto IX del Purgatorio (9 – nono) – Dante si addormenta sull’erba e sogna di essere rapito da un’aquila. Quando si sveglia, il poeta scopre di essere stato condotto da una donna, Lucia, fino alla porta del purgatorio. L’angelo guardiano incide sette P sulla fronte di Dante e lo fa quindi entrare nel secondo regno dell’oltretomba.
Canto X del Purgatorio (10 – decimo) – Dante e Virgilio attraversano la porta del Purgatorio e raggiungono la prima cornice, dove Dante si sofferma ad osservare bassorilievi intagliati nel marmo bianco che raffigurano famosi esempi di umiltà. Arrivano infine le anime dei superbi, schiacciati sotto il peso di enormi massi.
Canto XI del Purgatorio (11 – undicesimo) – Prima cornice del Purgatorio, lungo la quale si muovono le anime di coloro che furono superbi in vita: sono ora oppressi da un masso e costretti quindi a tenere il viso a terra. Dante incontra Omberto degli Aldobrandeschi, Oderisi da Gubbio, che predice il futuro esilio del poeta, e quindi Provenzano Salvani.
Canto XII del Purgatorio (12 – dodicesimo) – Dante e Virgilio oltrepassano la folla dei superbi e Dante, procedendo a testa bassa, osserva le incisioni nel marmo raffiguranti esempi di superbia punita. I due raggiungono infine il passaggio alla seconda cornice ed un Angelo cancella la prima delle sette P incise sul volto del poeta.
Canto XIII del Purgatorio (13 – tredicesimo) – Seconda cornice del Purgatorio che accoglie le anime di coloro che in vita furono invidiosi: ricoperti di ruvido cilicio, hanno le palpebre cucite con filo di ferro e sono ricoperti da un mantello del colore della roccia. Il sommo poeta incontra Sapìa.
Canto XIV del Purgatorio (14 – quattordicesimo) – Mentre proseguono lungo la cornice degli invidiosi, due anime chiedono a Dante chi sia. Si tratta di Guido del Duca e Rinieri da Calboli. Il primo inveisce contro le popolazioni che abitano la valle del fiume Arno per poi ricordare gli antichi nobili romagnoli. Proseguendo oltre Dante e Virgilio sentono voci che squarciano l’aria con esempi di invidia punita.
Canto XV del Purgatorio (15 – quindicesimo) – Dante e Virgilio raggiungono la scala che porta alla terza cornice, quella che accoglie gli iracondi. Durante la salita Virgilio spiega a Dante le parole di Guido del Duca e come l’invidia possa essere generata solamente dai beni materiali. Giunti infine in fondo alla scala, Dante ha la visione di due celebri esempi di benevolenza. I due poeti vengono poi raggiunti da un denso fumo che toglie loro la vista.
Canto XVI del Purgatorio (16 – sedicesimo) – Terza cornice del Purgatorio destinata ad accogliere gli iracondi: avvolti da un fumo nero, denso ed acre, impenetrabile allo sguardo. Dante e Virgilio incontrano Marco Lombardo e discutono sulla causa della mancanza di valori al mondo: la corruzione della Chiesa di Roma.
Canto XVII del Purgatorio (17 – diciassettesimo) – Uscito dal fumo che avvolge gli iracondi, Dante è rapito da visioni estatiche che gli mostrano celebri esempi di ira punita. I due poeti raggiungono poi la quarta cornice, dove vengono puniti gli accidiosi e Virgilio spiega a Dante la teoria dell’amore diretto male e bene.
Canto XVIII del Purgatorio (18 – diciottesimo) – Virgilio spiega a Dante come la volontà dell’uomo sia importante nello scegliere le giuste passioni. Compaiono poi le anime degli accidiosi, spinte dall’amore a correre lungo la cornice per compensare la pigrizia che in vita dimostrarono nell’amare, e Dante riesce a parlare con l’abate di San Zeno.
Canto XIX del Purgatorio (19 – diciannovesimo) – Dante e Virgilio raggiungono la V cornice del Purgatorio, dove si purificano le anime dei prodighi e degli avari. Il poeta parla con papa Adriano V, che, in vita, si accorse troppo tardi di poter trovare la felicità solo nella vita eterna.
Canto XX del Purgatorio (20 – ventesimo) – Lasciato Adriano V il poeta Dante incontra Ugo II Capeto che si svoga con lui elencando tutti i delitti commessi dalla sua stirpe. All’improvviso il monte del Purgatorio è scosso da un terremoto e tutte le anime intonano il canto Gloria in excelsis Deo. Dante non comprende il senso di quell’avvenimento e riprende preoccupato il suo cammino.
Canto XXI del Purgatorio (21 – ventunesimo) – Dante e Virgilio incontrano il poeta Stazio che spiega loro il motivo del recente terremoto e del canto che lo accompagnava: una anima, lui stesso in particolare, si è purificata e può salire in Paradiso.
Canto XXII del Purgatorio (22 – ventiduesimo) – Mentre percorrono la scala che conduce alla sesta cornice dei golosi, Stazio spiega a Virgilio di essere stato destinato alla quinta non per essere stato in vita un avaro ma, al contrario, un prodigo, e spiega anche come sia stato lo stesso Virgilio a spingerlo alla conversione.
Canto XXIII del Purgatorio (23 – ventitreesimo) – La sesta cornice accoglie i golosi: smagriti dal forte desiderio di bere e di mangiare suscitato in loro da alberi a forma di cono rovesciato. Dante incontra l’amico Forese Donati, che inveisce contro i cattivi costumi delle donne del suo tempo.
Canto XXIV del Purgatorio (24 – ventiquattresimo) – Forese anticipa a Dante che sua sorella Piccarda Donati si trova tra i beati del Paradiso. Il sommo poeta incontra poi Bonagiunta da Lucca che prima fa una profezia su di lui, poi ne esalta l’invenzione del dolce stil novo. Infine Forese predice a Dante la discesa nell’Inferno del nemico Ghibellino Corso Donati.
Canto XXV del Purgatorio (25 – venticinquesimo) – Mentre salgono verso la settima cornice Stazio spiega a Dante perché le anime dei golosi, sebbene non abbiano bisogno di cibo, appaiano tanto magre per la sua mancanza. I tre poeti raggiungono infine la cornice dei lussuriosi.
Canto XXVI del Purgatorio (26 – ventiseiesimo) – Mentre percorrono la settima cornice lungo il suo bordo esterno, per stare lontani dalle fiamme che avvolgono le anime dei lussuriosi, Dante incontra Guido Guinizzelli, padre degli stilnovisti, e Arnaut Daniel.
Canto XXVII del Purgatorio (27 – ventisettesimo) – Dopo che l’angelo della castità ha cancellato l’ultima P dalla fronte di Dante, il poeta attraversa il muro di fuoco della settima cornice e raggiunge la scala che lo porta al giardino dell’Eden. Virgilio lo dichiara libero dalla sua guida e padrone delle proprie azioni.
Canto XXVIII del Purgatorio (28 – ventottesimo) – Dante esplora la foresta del Paradiso terrestre e sulla riva del fiume Lete incontra Matelda. La donna gli spiega come quel luogo sia immune ad ogni perturbazione atmosferica e ricco di meravigliose virtù.
Canto XXIX del Purgatorio (29 – ventinovesimo) – Seguendo Matelda lungo il fiume Lete, Dante assiste al passaggio di una lenta processione aperta da sette candelabri. L’elemento centrale del corteo è un carro trionfale guidato da un grifone.
Canto XXX del Purgatorio (30 – trentesimo) – Dante incontra finalmente Beatrice, è sconvolto da una profonda commozione e cerca quindi il sostegno di Virgilio. L’antico poeta lo ha però abbandonato per fare ritorno nel Limbo. Il sommo poeta scoppia in lacrime e si pente per aver abbandonato la via dell’unico bene (essersi perso nella selva oscura).
Canto XXXI del Purgatorio (31 – trentunesimo) – Beatrice accusa direttamente Dante delle sue colpe. Il poeta, dopo un pianto liberatorio, ammette il proprio peccato e sviene. Quando rinviene viene purificato nel fiume Lete ed infine condotto al cospetto di Beatrice, che mostra a lui il suo volto.
Canto XXXII del Purgatorio (32 – trentaduesimo) – La processione si ferma davanti ad un albero spoglio. Il grifone ci lega il carro e subito la pianta rinasce, coprendosi di fiori e foglie. Dante si addormenta e non appena si risveglia dal sonno assiste a degli avvenimenti straordinari che hanno come risultato finale la scomparsa del carro e la distruzione dell’albero.
Canto XXXIII del Purgatorio (33 – trentatreesimo) – Beatrice predice a Dante la fine della corruzione della Chiesa ed il ritorno dell’Imperatore. Il sommo poeta dopo aver bevuto l’acqua del fiume Lete, che toglie il ricordo dei peccati, beve insieme a Stazio anche quella del fiume Eunoè, che ridona la memoria del bene compiuto. Dante è pronto per salire in Paradiso.