Cosimino, il sagrestano di Santa Maria Nuova, teneva di guardia i suoi tre marmocchi ai tre mercati della città, che corressero subito subito a chiamarlo, scorgendo da lontano quella zoppaccia della Sgriscia, la vecchia serva di don Ravanà.
Dal mercato del pesce accorse quella mattina il terzo figliuolo, tutto trafelato:
— La Sgriscia, papà! la Sgriscia! la Sgriscia!
Novelle per un anno
COLLOQUII COI PERSONAGGI II di Luigi Pirandello | Testo
LO SCALDINO di Luigi Pirandello | Testo
Quei lecci neri piantati in doppia fila intorno alla vasta piazza rettangolare, se d’estate per far ombra, d’inverno perché servivano? Per rovesciare addosso ai passanti, dopo la pioggia, l’acqua rimasta tra le fronde, a ogni scosserella di vento. E anche per imporrire di piú il povero chiosco di Papa–re, servivano.
Ma senza questo male, del resto riparabile, ch’essi cagionavano d’inverno, sarebbero stati poi un bene, un refrigerio d’estate? No. E dunque? Dunque l’uomo, se qualche cosa gli va bene, se la prende senza ringraziar nessuno, come se ci avesse diritto; poco poco, invece, che gli vada male, s’inquieta e strilla.
COLLOQUII COI PERSONAGGI – I di Luigi Pirandello | Testo
Avevo affisso alla porta del mio studio un cartellino con questo
AVVISO
Sospese da oggi le udienze a tutti i personaggi, uomini e donne, d’ogni ceto, d’ogni età, d’ogni professione, che hanno fatto domanda e presentato titoli per essere ammessi in qualche romanzo o novella.
N.B. Domande e titoli sono a disposizione di quei signori personaggi che, non vergognandosi d’esporre in un momento come questo la miseria dei loro casi particolari, vorranno rivolgersi ad altri scrittori, se pure ne troveranno.
VOLARE di Luigi Pirandello | Testo
Cortesemente la morte, due anni fa, le aveva fatto una visitina di passata:
– No, comoda! comoda!
Solo per avvertirla che sarebbe ritornata tra poco. Per ora, lì, da brava, a sedere su quella poltrona; in attesa.
Ma come, Dio mio? Così, senza più forza neanche di sollevare un braccio?
Brodi consumati, polli, che altro? Latte d’uccello; lingue di pappagallo…
Cari, i signori medici!
NOTTE di Luigi Pirandello | Testo
Passata la stazione di Sulmona, Silvestro Noli rimase solo nella lercia vettura di seconda classe.
Volse un’ultima occhiata alla fiammella fumolenta, che vacillava e quasi veniva a mancare agli sbalzi della corsa, per l’olio caduto e guazzante nel vetro concavo dello schermo, e chiuse gli occhi con la speranza che il sonno, per la stanchezza del lungo viaggio (viaggiava da un giorno e una notte), lo togliesse all’angoscia nella quale si sentiva affogare sempre più, man mano che il treno lo avvicinava al luogo del suo esilio.
Mai più! mai più! mai più! Da quanto tempo il fragor cadenzato delle ruote gli ripeteva nella notte queste due parole?
FELICITA’ di Luigi Pirandello | Testo
La vecchia mamma duchessa uscì quasi imbalordita dalla stanza ove il marito s’era segregato, dal giorno che la nuora coi due nipotini aveva abbandonato il palazzo e la città per ritornare dai suoi parenti di Nicosia.
Quasi si sentisse lacerare dentro, contrasse il volto e si restrinse tutta in sè al cigolio lamentoso dell’uscio, che avrebbe voluto richiudere pian piano. Che era stato quel cigolio? Niente. Forse il duca non lo aveva nemmeno avvertito. Eppure la vecchia duchessa ne rimase un pezzo vibrante e ansante e in preda a una sorda stizza, quasi quell’uscio, pur trattato con tanta delicatezza, avesse voluto farle un crudelissimo dispetto.
LA TARTARUGA di Luigi Pirandello | Testo
Parrà strano, ma anche in America c’è chi crede che le tartarughe portino fortuna. Da che sia nata una tale credenza, non si sa. È certo però che loro, le tartarughe, non mostrano d’averne il minimo sospetto.
Mister Myshkow ha un amico che ne è convintissimo. Giuoca in borsa e ogni mattina, prima d’andare a giocare, mette la sua tartaruga davanti a uno scalino: se la tartaruga accenna di voler salire, è sicuro che i titoli che lui vuol giocare, saliranno; se ritira la testa e le zampe, resteranno fermi; se si volta e fa per andarsene, lui giuoca senz’altro al ribasso. E non ha mai sbagliato.
SE… di Luigi Pirandello | Testo
Parte o arriva? – domandò a se stesso il Valdoggi, udendo il fischio d’un treno e guardando da un tavolino innanzi allo châlet in Piazza delle Terme l’edificio della stazione ferroviaria.
S’era appigliato al fischio del treno, come si sarebbe appigliato al ronzio sordo continuo che fanno i globi della luce elettrica, pur di riuscire a distrarre gli occhi da un avventore, il quale, dal tavolino accanto, stava a fissarlo con irritante immobilità.