Dicendo agli uomini: tigri, jene, lupi, serpi, scimmie o conigli, Bruno Celèsia temeva di fare a quelle bestie un’ingiuria che non si meritavano, perché ciascuna, conforme e obbediente alla propria natura; mentre l’uomo! falso, l’uomo. E dunque, sputi in faccia, all’uomo, e possibilmente calci in un altro posto!
— Lo so io che ci ho qua dentro! — diceva, aggrondato, ponendosi una mano sul ventre.
— Un figliuolo?
— L’inferno, canaglia!
Novelle per un anno
FORMALITA’ di Luigi Pirandello | Testo
Nell’ampio scrittojo del Banco Orsani, il vecchio commesso Carlo Bertone con la papalina in capo, le lenti su la punta del naso come per spremere dalle narici quei due ciuffetti di peli grigi, stava a fare un conto assai difficile in piedi innanzi a un’alta scrivania, su cui era aperto un grosso libro mastro. Dietro a lui, Gabriele Orsani, molto pallido e con gli occhi infossati, seguiva l’operazione, spronando di tratto in tratto con la voce il vecchio commesso, a cui, a mano a mano che la somma ingrossava, pareva mancasse l’animo d’arrivare in fondo.
LA FEDE di Luigi Pirandello | Testo
In quell’umile cameretta di prete piena di luce e di pace, coi vecchi mattoni di Valenza che qua e là avevano perduto lo smalto e sui quali si allungava quieto e vaporante in un pulviscolo d’oro il rettangolo di sole della finestra con l’ombra precisa delle tendine trapunte e lí come stampate e perfino quella della gabbiola verde che pendeva dal palchetto col canarino che vi saltellava dentro, un odore di pane tratto ora dal forno giú nel cortiletto era venuto ad alitare caldo e a fondersi con quello umido dell’incenso della chiesetta vicina e quello acuto dei mazzetti di spigo tra la biancheria dell’antico canterano.
LA REALTA’ DEL SOGNO di Luigi Pirandello | Testo
Tutto ciò che egli diceva, pareva avesse lo stesso valore incontestabile della sua bellezza; che, non potendosi mettere in dubbio che fosse un bellissimo uomo, ma proprio bello tutto, non potesse parimenti esser mai contraddetto in nulla.
E non capiva niente, proprio non capiva niente di quanto avveniva in lei!
ACQUA AMARA di Luigi Pirandello | Testo
Poca gente, quella mattina, nel parco attorno alle Terme. La stagione balneare era ormai per finire.
In due sediletti vicini, in un crocicchio sotto gli alti platani, stavano un giovanotto pallido, anzi giallo, magro da far pietà dentro l’abito nuovo, chiaro, le cui pieghe, per esser troppo ampio, ancora fresche della stiratura, cascavano tutte a zig-zag, e un omaccione su la cinquantina, con un abituccio di teletta tutto raggrinzito dove la pinguedine enorme non lo stirava fino a farlo scoppiare, e un vecchio panama sformato sul testone raso.
ACQUA E Lì di Luigi Pirandello | Testo
Vi ricordate di Milocca, beato paese, dove non c’è pericolo che la civiltà debba un giorno o l’altro arrivare, guardato com’è dai suoi sapientissimi amministratori? Prevedono costoro, dai continui progressi della scienza, nuove e sempre maggiori scoperte, e lasciano intanto Milocca senz’acqua e senza strade e senza luce. Vi ricordate?
IL PIPISTRELLO di Luigi Pirandello | testo
Tutto bene. La commedia, niente di nuovo, che potesse irritare o frastornare gli spettatori. E congegnata con bell’industria d’effetti. Un gran prelato tra i personaggi, una rossa Eminenza che ospita in casa una cognata vedova e povera, di cui in gioventù, prima d’avviarsi per la carriera ecclesiastica, era stato innamorato. Una figliuola della vedova, già in età da marito, che Sua Eminenza vorrebbe sposare a un giovine suo protetto, cresciutogli in casa fin da bambino, apparentemente figlio di un suo vecchio segretario, ma in realtà…
LA SIGNORA SPERANZA di Luigi Pirandello| Testo
La Pensione di famiglia della signora Carolina Pentoni (Pentolona Carolini come tutti invece la chiamavano, o Carolinona senz’altro, in considerazione della melensa pinguedine che la immelanconiva) era frequentata da alcuni capi scarichi, da certi tipi buffi, che formavano la delizia degli altri avventori, brava gente morigerata, la quale, forse più che per la bontà della cucina, vi si recava per assistere al gajo spettacolo che quelli offrivano gratuitamente, durante i pasti.
IL NIDO di Luigi Pirandello |Testo
Attorno alla testina bionda della gracile e dolce bambina che gli sedeva a fianco, intenta a guardar fuori, per il finestrino della vettura chiusa, Ercole Orgera, assorto, avvolgeva come un ideal nimbo di pensieri e, carezzandole con mano lieve i capelli aurei, morbidissimi, un po’ ricciutelli su la nuca scoperta, considerava la sua vita infelicissima e l’avvenire di lei, fiorellino innocente, nascosto, che sbocciava or ora alla vita!
CERTI OBBLIGHI di Luigi Pirandello | Testo
Quando la civiltà, ancora in ritardo, condanna un uomo a portare una lunga scala in collo da un lampione all’altro e a salire e a scendere questa scala a ogni lampione tre volte al giorno, la mattina per spengerlo, il dopo pranzo per rigovernarlo, la sera per accenderlo; quest’uomo, per forza, quantunque duro di mente e dedito al vino, deve contrarre la cattiva abitudine di ragionar con se stesso, assorgendo anche a considerazioni alte per lo meno quanto quella sua scala.