Titolo: Atti osceni in luogo privato
Autore: Marco Missiroli
Pagine: 249
Genere: Romanzo
Editore: Feltrinelli
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In breve:
Il giorno dopo bivaccammo a Central Park senza parlare, poi andammo al MoMA. Ci separammo da subito, Lunette esplorava le sale del museo con impazienza e passava oltre, la persi del tutto davanti ai Picasso. Ci ritrovammo in una sezione temporanea dedicata alla fotografia sperimentale, c’era quest’opera su sfondo bianco con quattro linee curve che lambivano e davano forma a una croce o a una feritoia, feci un passo indietro e capii che era il punto dove i glutei e le gambe convergono. Lo fissai, delicato e ambiguo, brutale: quel corpo mi conteneva. Conteneva la profanazione della sera prima, il suo azzardo, e il rimpianto del giorno dopo. Il candore irreversibilmente disperso. Anche Lunette lo stava fissando. Si avvicinò alla parete e continuò a scrutarlo, disse – Voglio tornare a Parigi.
La guardai allontanarsi, volevo tornare anche io a Parigi. Uscimmo insieme e ci dirigemmo a Harlem, mangiammo in un posticino che faceva costolette e patate al cartoccio. A tavola osservavo il gestire del locale, un vecchio ossuto che batteva le mani due volte a ogni ordinazione. Lunette lesse i racconti di Somerset Maugham che le aveva consigliato Marie. Avrei voluto chiamarla, la mia Marie, per raccontarle tutto, e invece restai a guardare il vecchio che applaudiva i clienti e a sbirciare il viso sconvolto ella mia fidanzata. Le chiesi com’era stati in bagno con il ragazzo.
Il libro:
In Atti osceni in luogo privato è il protagonista Libero Marsell a raccontare in prima persona la sua vita, partendo dalla sera in cui la relazione tra i suoi genitori viene minacciata da una profonda crepa.
La sua famiglia si è da poco trasferita a Parigi. La madre ha iniziato a tradire il padre con un amico, Emmanuel, e Libero ha inavvertitamente assistito ad una scena di intimità tra i due amanti. Durante la cena, quella sera, il padre fa proprio riferimento a quel momento.
Per il protagonista, allora dodicenne, l’avvenimento è da un lato molto doloroso e sconvolgente ma dall’altro è inaspettatamente una spinta verso il piacere dell’autoerotismo. È proprio l’erotismo il binario principale lungo il quale si muove sinuosa tutta la narrazione, passando per territori aspri come la separazione dei genitori e oscuri come il misterioso mondo degli adulti. A fare da sfondo i labirinti magici di Parigi prima e Milano poi.
Il protagonista si mette a nudo raccontandoci tutte le sue aspettative adolescenziali, le disillusioni, le numerose sconfitte in attesa della liberazione finale. La prima icona sensuale è per Libero la sua stessa bellissima madre. Sarà affiancata e quindi sostituita da Marie, la compagna passeggera di Emmanual, una affasciante ma cronicamente sola bibliotecaria, vittima della sua stessa bellezza e del suo forte e sfacciato desiderio di maternità che tanto spaventa gli uomini. Sarà poi il turno della maestra di francese, della compagnia di classe… tutte ombre nel grande teatro dell’immaginazione onanistica che stenta ancora a prendere concretezza.
Libero cresce e la perdita dell’innocenza diventa urgenza. Sarà Lunette, sorella del suo migliore amico Antoine, a renderlo finalmente uomo, coinvolgendolo in un rapporto che sembra forte ma che invece non riesce a sopravvivere al duro scontro della gelosia contro un perverso desiderio di apertura verso estranei.
Quando la relazione si squarcia, per Libero è tempo di cambiare. Da Parigi vola a Milano. Da Cher Liberò come lo chiamavano i genitori, al le Grand Liberò di Marie fino al LiberoSpirito dell suo nuovo amico Giorgio, il proprietario dell’osteria presso cui lavora la sera. Ma il protagonista non è riuscito ancora a far suo appieno il valore del nome. Deve percorrere un cupo purgatorio interiore prima di riuscire finalmente ad arrivare, come fosse un destino di libertà, al sentimento per Anna…
Marco Missiroli propone un romanzo schietto, che tratta in modo rapido e senza esitazione temi tabù come la masturbazione, il sesso per puro piacere ed anche l’adulterio. È inoltre un romanzo colto, ricco di riferimenti a grandi opere della letteratura mondiale, ai quali lo scrittore appoggia la narrazione per meglio scandire le fasi della vita del protagonista.
Un libro molto interessante anche grazie a questo suo carattere di antologia: imbattersi in un titolo sconosciuto, tra i molti citati (e sono davvero tanti), non è assolutamente un impedimento alla comprensione ma anzi un stimolo ad approfondire. Marco Massiroli gestisce quindi bene questa peculiarità, evitando di farla cadere in difetto.