Titolo: La compagnia della morte
Autore: Alfredo Colitto
Pagine: 178
Genere: Romanzo
Edizione: Piemme
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In breve:
Seduto su una poltrona con lo schienale rigido e il cuscino troppo imbottito, tra il letto e la finestra, Sebastiano Filieri ansimò come se fosse lui quello in fin di vita, e non sua cognata Maria. Le parole che lei aveva appena pronunciato, nel delirio della febbre che se la stava portando via, lo aveva colpito come pugni allo stomaco, riaprendo una ferita che per otto anni si era sforzato di considerare guarita.
Ma non era guarita affatto. In fondo lo aveva sempre saputo.
Il libro:
Il romanzo si apre raccontando un momento delicato, triste e intenso: l’approssimarsi della morte della cognata di Sebastiano Filieri, un pittore della Napoli del 1655 circa.
Poco prima di morire la donna confessa all’uomo un segreto che si era portata nel cuore per moltissimi anni, sconvolgendo le certezze del pittore. Ciò che aveva celato per paura e per amore riguarda infatti il tanto sofferto assasinio della moglie e della figlia di Sebastiano, avvenuto 8 anni prima.
8 anni prima il protagonista aveva fatto parte di una società segreta composta da pittori che la notte diventavano cospiratori con la missione di debellare il dominio spagnolo sulla loro amata città. Sebastiano Filieri aveva proposto un piano che avrebbe potuto portarli a raggiungere il loro obiettivo, ma non tutti furono d’accordo, chi per paura e chi per gelosia. Nacquero nuove alleanze e si strinsero patti diabolici tra persone che pur di raggiungere i propri personali interessi tramarono, ricattarono e infine uccisero.. ma la verità alla fine sarà svelata e la vendetta cercata con furia.
Alfredo Colitto offre un romanzo intenso con personaggi che si fanno odiare o amare fortemente, pervaso da un senso di giustizia che cresce e chiede di essere soddisfatto.
La compagnia della morte è un buon libro che verso la fine rimanda al capitolo successivo, Peste, da noi già recensito e molto apprezzato.