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La trama:
Protagonista del romanzo Senilità di Italo Svevo è Emilio Brentani, un trentacinquenne scapolo che vive insieme alla sorella Amalia in un modesto appartamento nella Trieste di fine ottocento. Un umile impiegato in una compagnia di assicurazioni con una fama da intellettuale acquisita grazie ad un mediocre romanzo che ha fatto parlare ma non ha mai venduto. La vita dell’uomo è monotona e grigia, vissuta sempre in difesa, per evitare di esporsi direttamente, in una condizione di perenne senilità.
Il suo mondo è ridotto davvero ai minimi termini: oltre alla sorella Amalia, il protagonista frequenta una sola altra persona, Stefano Balli.
Amalia Brentani, è una figura dolce e delicata che vive ancora più appartata del fratello: il suo mondo è la sola casa ed è ad essa che lei dedica tutta se stessa. Tutte le sue attenzioni sono per il capofamiglia Emilio e per il loro nido; qualunque altro istinto, compreso quello amoroso, è stato totalmente sacrificato a questo fine. Anche la sua condizione di vita è quindi di senilità.
Stefano Balli è invece uno scultore artisticamente “fallito” che indirizza tutto il suo bisogno di compiacimento nel successo che ha con le donne (che però non sa amare) e nell’ammirazione che l’amico Emilio mostra nei suoi confronti.
La piatta vita del protagonista viene totalmente sconvolta da una giovane e bellissima donna, Angiolina Zarri. Emilio inizia a frequentarla spinto dal forte desiderio di essere finalmente lui a divertirsi almeno un volta nella vita (come ha sempre sentito raccontare da altri). Travolto in un vortice di avvenimenti che va ben oltre le sue capacità, risulterà però sconfitto una volta ancora, trascinando con se anche chi a lui è fortemente legato: Amalia, la cui vita dipende in tutto e per tutto da quella del fratello.
Emilio pensa che Angiolina sia una ragazza innocente, nonostante alcune voci che girano sul suo conto riguardo a relazioni amorose sospette. Si pone addirittura l’obiettivo di essere suo maestro di vita insegnandole a trarre il dovuto vantaggio dalla sua bellezza, ad usarla con furbizia con gli uomini per soddisfare tutti i propri desideri. Arriva così anche a suggerirle di trovarsi un marito ricco per poter essere poi pienamente liberi di godersi a vicenda. La sua volontà, lo chiarisce subito, è infatti quella di non legarsi a lei, di vivere veramente la relazione come un puro divertimento, un passatempo. Lei non sembra assolutamente sconvolta dalla proposta ma anzi la mette subito in pratica comunicandogli dopo pochi giorni di essersi ufficialmente fidanzata con un ricco sarto di nome Volpini. La disinvoltura della ragazza unita anche alla sua estrema vanteria (chiede a lui di dirle se gli uomini si voltano a guardarla) fanno vacillare le convinzioni del protagonista, ma solo per poco: prevalgono sempre le illusioni e subito tutto riprende come se niente fosse.
All’inizio la relazione tra Angiolina e Emilio ha un effetto positivo sulla sorella di lui, Amalia. La ragazza si interessa ai patimenti d’amore del fratello e può finalmente vivere in diretta una storia d’amore, conosciuta fino a quel giorno solo attraverso i romanzi. La situazione cambia però rapidamente. L’assenza da casa del fratello, il silenzio in cui lui si chiude quando il sentimento per Angiolina si trasforma in una ossessione dominata da una gelosia maniacale, mettono infatti la ragazza di fronte alla propria piena solitudine. Sente le mancanza dell’amore.
Stefano Balli, che conosce Angiolina per quello che è veramente, si prepone l’obiettivo di aiutare l’amico insegnandogli a trattarla con il dovuto distacco. Organizza un incontro a quattro per mostrare a Emilio come è solito trattare lui le donne. L’esito è disastroso: i modi rudi del pittore fanno colpo anche sulla ragazza amata dal protagonista che snobba così completamente il suo accompagnatore. Dal canto suo il Balli, godendo della situazione che si è venuta a creare, abbandonato completamente al compiacimento del proprio successo, si dimentica delle sue prime intenzioni. Il Balli al termine della serata, incurante della gelosia del Brentani, chiede addirittura ad Angiolina di fargli da modella per una sua scultura.
Spinto dal senso di colpa, per rimediare alla brutta serata e riconfermare tutto il suo affetto verso l’amico, lo scultore inizia poi a frequentare assiduamente la casa di Emilio. Ancora una volta però è l’estremo narcisismo di Stefano a compromettere una buona intenzione: vedendo che Amalia pende letteralmente dalle sue labbra, Balli passa tutto il tempo a raccontarle storie della propria vita trascurando ancora una volta il protagonista. Non solo non è da aiuto al Brentani, che anzi inizia anche a preoccuparsi degli atteggiamenti della sorella, ma fa ancora peggio: Amalia si innamora dell’uomo e viene sorpresa più volte a parlare nel sonno, chiaramente immersa in sogni d’amore con lo scultore. Emilio si sente allora in dovere di allontanare l’amico dalla propria casa con una menzogna, ma così facendo infierisce lui stesso nei confronti della sorella che diviene triste, si sente umiliata dall’improvvisa e ingiustificata lontananza dell’ospite (Emilio mente anche a lei) e si rammarica per la propria sorte. Il successivo tentativo del fratello di rimediare invitando nuovamente l’amico a frequentare la propria casa, non riuscirà a dare nessun giovamento alla giovane Amalia: lo scultore si mostra freddo e la ragazza si sente ancora più umiliata.
Nel frattempo Stefano Balli riesce finalmente a dare prova a Emilio Brentani del tradimento di Angiolina scoprendola in compagnia di un modesto ombrellaio. Il protagonista, dopo una prima forzata indifferenza a mostrare il proprio distacco, diviene furente e passata una notte a tormentarsi nella ricerca della migliore vendetta, lascia finalmente la ragazza con l’intenzione di tornare a dedicarsi solo alla buona sorella. Non è però la vendetta che tanto desiderava. Si rende conto di essere l’unico ad aver avuto riguardi nei confronti della bella e furba Angiolina, l’unico a non aver goduto di lei.
Il tempo passa ed Emilio, convinto di essere guarito e di poter vivere finalmente con il dovuto distacco una relazione con Angiolina, sollecitato ora dallo stesso Balli che è ossessionato dal desiderio artistico di averla come modella per una scultura, riavvicina infine nuovamente la ragazza e riprende subito con lei la relazione interrotta. Avendo soddisfatto la richiesta del sarto Volpini che aveva preteso una prova d’amore in anticipo sul matrimonio, Angiolina può ora concedersi finalmente all’amante. I due si incontrano in una stanza affittata ad ore che lei dimostra più volte di conoscere troppo bene e gli incontri amorosi scadono presto nel carnale. La ragazza inizia così a non farsi più problemi di contegno, mostrandosi al protagonista in tutta la sua volgarità e falsità.
La situazione precipita quando un giorno, tornando a casa dopo aver aiutato Angiolina a scrivere una lettera al Volpini con la quale discolparsi dalle accuse di tradimento, Emilio rinviene la sorella in uno stato di delirio. Il Brentani chiede aiuto ad una loro vicina, ancora in lutto per la morte del figliastro, e all’amico Balli che gli confessa di aver dovuto cacciare quel giorno stesso la bella modella per delle chiare avance. Mentre i due si prendono cura dell’ammalata, il protagonista corre a mettere fine alla relazione con Angiolina gridandole insulti in mezzo alla strada. Il giorno dopo la sorella, ammalata di polmonite e resa debole dalle continue inalazione di etere (ha i sintomi degli alcolisti) fatte di nascosto, all’oscuro del fratello, muore.
Senza più la sorella e con Angiolina fuggita con un cassiere, Emilio Brentani si ritrova infine definitivamente solo e continua a costruirsi alibi e false rappresentazioni della realtà che lo aiutino a evitare di prendere consapevolezza della sua triste esistenza: costruisce con la fantasia un ideale di donna che ha la femminilità di Angiolina ed il dolce carattere della sorella Amalia.
Anni dopo egli s’incantò ad ammirare quel periodo della sua vita, il più importante, il più luminoso. Ne visse come un vecchio del ricordo della gioventù.
La figura dell’inetto. L’inetto è un personaggio che non può ambire nemmeno al ruolo di tragico antieroe, viste le sue mancate qualità, il disadattamento, l’impaccio, l’inazione, la marginalità alla vita che finiscono per inibire perfino la compassione del lettore. La sua caratteristica è principalmente la rinuncia alla vita, rinuncia che però non si attua in seguito a uno estremo sforzo per conseguire il proprio obiettivo; piuttosto è la necessaria conseguenza di una vita sotto tono, mai completamente vissuta e nemmeno sfiorata: l’inetto non è un titano che perde la sua lotta con la vita, ma è un uomo che evita persino di lottare, che non è mai padrone delle sue scelte e in più adotta una serie di autoinganni per mascherare la propria inettitudine. Quindi non è nemmeno comparabile ai “vinti” dei romanzi verghiani, che affrontano il proprio destino con tenacia, anche se votati alla sconfitta.
L’attenzione all’interiorità dei personaggi. L’altro carattere innovativo di Una vita, ripreso e approfondito in Senilità, è l’approfondita indagine interiore che l’autore compie sui protagonisti. In entrambi i romanzi la coscienza diventa il vero protagonista, tanto che i personaggi principali si rivelano per la strabordante attività della loro coscienza, sempre al lavoro per concedere alibi e appoggio a un io estremamente fragile e indifeso. La coscienza dei personaggi sveviani anziché porsi come il luogo della razionalità, è costantemente in balia di pulsioni ed esitazioni, che finiscono per alterare la percezione della realtà esterna: per esempio Angiolina è per Emilio Brentani perfino una figura angelica e il protagonista non fa altro che giustificare con ripetuti autoinganni la sua visione della donna che in realtà conduce una vita fatta di tradimenti e di menzogne.
Il punto di vista dei protagonisti e la stilizzazione della trama. Il rilievo che viene dato alla coscienza ha notevoli conseguenze anche sull’impianto strutturale dei romanzi. Ancora più che Una vita, Senilità sviluppa una trama stringata, ridotta all’osso, in cui di fatto non accade nulla fuori dal quadrato dei quattro personaggi principali, Emilio e Amalia Brentani, Stefano Balli e Angiolina Zarri. Tutto viene filtrato dagli occhi (e dalla coscienza) di Emilio e di Amalia. Sebbene il romanzo venga raccontato in terza persona, il narratore onnisciente è di fatto estromesso dalla narrativa sveviana: il lavorio incessante della coscienza e le sue falsificazioni si sostituiscono ad esso, rendendo impossibile il conseguimento di una accertata verità dei fatti. La trama, di conseguenza, si riduce all’indagine interiore dei personaggi, alle occasioni in cui i quattro si incontrano; poco o niente sappiamo infatti delle attività lavorative dei quattro, se non che Emilio è impiegato in una compagnia di assicurazioni e Stefano è uno scultore. Trieste, a sua volta, non è più la città dei commerci e impiegatizia, dove agiva Alfonso Nitti, ma una cornice sfumata che ospita gli incontri amorosi dei quattro protagonisti.
La senilità interiore. La senilità del titolo non si riferisce all’età anagrafica dei personaggi ma all’intorpidimento delle loro vite, al mancato incontro con la felicità e il piacere dell’amore. Sia Emilio che Amalia, fratelli che hanno all’incirca 35 anni, hanno condotto una vita monotona, mancante di animo e volontà, e sono ormai destinati a un declino che fa vivere loro in anticipo la rassegnazione della vecchiaia. All’improvviso però piombano nelle loro vite Angiolina Zarra, di cui Emilio si innamora, e Stefano Balli, caro amico di Emilio, di cui Amalia si innamora non ricambiata. L’amore travolgente che i due fratelli vivono sconvolge le loro esistenze, che si ritrovano del tutto impreparate a riceverlo. È interessante per comprendere il sovvertimento della loro grigia monotonia il rimando al carnevale, che Svevo introduce nel romanzo come vera e propria allegoria della vita (inizialmente il romanzo doveva intitolarsi per l’appunto Il carnevale di Emilio): il carnevale è un «vortice che per un istante avrebbe sottratto l’operaio, la sartina, il povero borghese, alla noia della vita volgare per poi condurli al dolore»; è esattamente ciò che accade a Emilio e Amalia, presi nel vortice della passione per poi ripiombare in uno stato più disperato del precedente (per Amalia addirittura sopraggiungerà la morte). Dall’altro lato, Stefano e Angiolina sono personaggi pieni di vitalità, toccati dalla gioia di vivere, gli altri due lati di un poligono che chiude simmetricamente la struttura del romanzo.