Lucia si è da poco ripresa quando l’Innominato bussa alla porta della stanza dove è tenuta prigioniera, fa uscire la vecchia e fa subito entrare la donna e don Abbondio. La ragazza, superato il primo momento di agitazione derivante da quell’improvviso cambiamento, si tranquillizza alla vista di un viso conosciuto e dal comportamento gentile e sincero della nuova compagna; si convince subito che sia stata la Madonna, ascoltate le sue preghiere, a venirle in aiuto. L’Innominato entra quindi nella stanza. Lucia non può nascondere un primo sentimento di ribrezzo, ma, incoraggiata dalle altre due persone, gli concede poco dopo il perdono chiedendo per lui la misericordia di Dio. La giovane viene infine fatta salire sulla lettiga e tutti e quattro fanno ritorno al paese. Durante il viaggio Lucia viene confortata dalla donna, che le racconta della conversione del tiranno (l’identità del carceriere lascia la giovane profondamente meravigliata e le fa gridare al miracolo) e le anticipa che potrà rivedere a breve la madre Agnese. Il viaggio di ritorno non è per don Abbondio più piacevole di quello dell’andata: il religioso risente della lunga cavalcata, stenta a fidarsi della mula, teme di essere considerato dai bravi dell’Innominato la causa della conversione del loro padrone, sente infine rinascere la paura per la possibile reazione di don Rodrigo alla liberazione della ragazza e si lamenta del cardinale sapendo di non poter trovare protezione in lui.
Arrivati in paese, il sacerdote riparte immediatamente per fare ritorno a casa, deciso a raccontare la storia a Perpetua, lasciando che sia poi lei, con le sue chiacchiere, a convincere gli altri della sua estraneità ai fatti. Lucia viene invece condotta alla casa della donna, che inizia quindi a preparare qualcosa da mangiare. La ragazza, mettendo casualmente mano alla corona posta intorno al collo a sigillo del voto di castità fatto la sera precedente, si ricorda improvvisamente della promessa fatta alla Madonna; inizialmente si pente ma rinnega poco dopo il pentimento, ripensando alle condizioni che avevano portato al voto, e rinnova così infine la promessa. Ritornano nel frattempo a casa il marito sarto ed i tre figli della donna. L’uomo accoglie calorosamente Lucia e la accompagna a tavola per mangiare insieme a loro. Durante il pranzo l’uomo, amante della lettura, racconta animosamente e con commozione la predica del cardinale, interrotto di tanto in tanto dai figli che, con innocenza, tendono invece a smorzare la straordinarietà della situazione vissuta.
Intanto Agnese è ormai vicina al paese dove si trova Lucia. Durante il viaggio la donna incontra don Abbondio. Il religioso prima la rassicura sulla condizione della figlia, poi, spinto dal solito egoismo, le raccomanda di non accennare al suo rifiuto di celebrare il matrimonio. Agnese però, preoccupata da altro, lo pianta nel mezzo del discorso. Giunta alla casa del sarto, Agnese può finalmente riabbracciare la figlia e le due donne si aggiornano a vicenda sugli ultimi avvenimenti. Spinta dalla vergogna, la ragazza non fa però nessuna menzione del suo voto di castità.
Il cardinale Federigo, dopo aver pranzato anche in compagnia dell’Innominato ed aver tenuto con l’uomo un ulteriore colloquio, decide di fare visita alla casa del sarto e vi si reca insieme al parroco del paese. Agnese racconta al religioso tutti gli avvenimenti senza menzionare il tentativo di matrimonio a sorpresa, che viene però subito reso noto da Lucia. Federigo si annota anche il nome di Renzo Tramaglino promettendo di interessarsi al suo caso, ringrazia di persona la padrona di casa ed il marito (che risponde impacciato, non trovando pronta nessuna adeguata citazione) e lascia la casa. Federigo Borromeo dà infine indicazioni al parroco per ricompensare il sarto e la moglie della loro generosità: pagherà i debiti che alcuni abitanti del villaggio hanno contratto con lui e farà vestire a sue spese quelli invece che non hanno neanche potuto dare garanzie per contrarre debiti nei suoi confronti.
Tornando a parlare dell’Innominato, l’uomo, tornato al proprio castello in sella alla mula, richiama con la solita autorità intorno a sè tutti i suoi bravi e servitori, ed annuncia loro la sua conversione e quindi decisione di cambiare stile di vita. L’Innominato ordina ai suoi uomini di abbandonare le azioni malvagie intraprese a suo nome e detta quindi le nuove condizioni per poter rimanere con lui nel castello, dando loro tutta la notte per decidere. Infine, raggiunta la propria camera, l’uomo prega ai piedi del letto e si addormenta poco dopo.
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