L’evangelista Giovanni mostra ad Astolfo quale è il destino della fama degli uomini e sottolinea quindi quanto sia importante sostenere i poeti e gli scrittori ed averli in amicizia, se si vuole che il proprio nome rimanga in modo positivo nella storia.
Il santo fa alcuni esempi di uomini passati alla storia per le loro cattive o buone qualità, ma che in realtà in vita erano stati di tutt’altra natura. L’occasione è buona per rivedere senza mezzi termine la guerra di Troia e la fama di alcuni suoi protagonisti..
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Omero Agamennòn vittorioso,
e fe’ i Troian parer vili ed inerti;
e che Penelopea fida al suo sposo
dai Prochi mille oltraggi avea sofferti.
E se tu vuoi che ‘l ver non ti sia ascoso,
tutta al contrario l’istoria converti:
che i Greci rotti, e che Troia vittrice,
e che Penelopea fu meretrice.
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Da l’altra parte odi che fama lascia
Elissa, ch’ebbe il cor tanto pudico;
che riputata viene una bagascia,
solo perché Maron non le fu amico.
Non ti maravigliar ch’io n’abbia ambascia,
e se di ciò diffusamente io dico.
Gli scrittori amo, e fo il debito mio;
ch’al vostro mondo fui scrittore anch’io.
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Il poeta Omero racconta che Agamennone è stato il vincitore della guerra di Troia,
e fa apparire codardi ed oziosi i Troiani;
racconta anche che Penelope, fedele al suo sposo,
aveva sofferto mille umiliazioni da parte dei Proci.
Ma se vuoi che la verità non ti sia nascosta, se vuoi sapere il vero,
capovolgi completamante la storia di Omero:
i Greci furono sconfitti, Troia è stata la vincitrice della guerra,
e Penelopea non è stata altro che una prostituta.
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Dall’altra parte, nell’Eneide, puoi ascoltare quale sia la fama
di Didone, che nella realtà ebbe il cuore tanto pudico, fu tanto casta;
ma viene dipinta nel poema come una bagascia, come una puttana,
solo perché Virgilio non le fu amico.
Non ti maravigliare se io mi mostro angosciato,
e se ti dico tutto ciò apertamente.
Amo gli scrittori e faccio solo il mio dovere;
poiché in vita sono stato anche io uno scrittore.