Titolo: L’ipotesi del male
Autore: Donato Carrisi
Genere: Thriller
Pagine: 432
Editore: Longanesi
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In breve:
« Avete una scena del crimine perfetta, non poteva andarvi meglio. Inoltre avete un testimone oculare, il figlio di Belman, e immagino abbiate già un identikit. Forse vi manca ancora un pezzo del movente, ma non faticherete a trovarlo, di solito in
questi casi é collegato a qualche forma di rancore. E non mi sembra che qualcuno sia scomparso, perciò che c’entriamo noi del Limbo? Cosa c’entro io? » Mila si prese una breve pausa.
« Allora, sei qui perche´ c’e` un problema con l’identita` dell’omicida… »
Lasciò che la frase decantasse. Boris, che aveva taciuto per tutto il tempo, non cambiò atteggiamento.
Steph lo incalzò. « Non riuscite a identificarlo, vero? » A volte capitava che dalle altre sezioni chiedessero il loro aiuto per risalire da una faccia a un’identità: invece di una persona scomparsa, il suo nome. « Vi serve Mila, così se non riuscite a scoprire chi é stato prima che compia un altro massacro, potete scaricare la colpa sul Limbo. Il lavoro sporco e` per noi, vero? »
« Ti sbagli, capitano » disse Boris rompendo il silenzio. « Sappiamo chi e`. »
La frase spiazzo` sia Mila sia Steph. Nessuno dei due riuscı` a replicare.
« Si chiama Roger Valin. »
Il nome libero` subito una serie d’informazioni nella testa di Mila, ma senza un ordine preciso. Contabile. Trent’anni. Madre malata. Costretto a occuparsi di lei finche´ non e` morta. Niente famiglia, nessun amico. Per hobby colleziona orologi. Mite. Invisibile. Alieno.
In un attimo, la mente di Mila corse fuori da quell’ufficio, percorse i corridoi del Limbo, fino alla sala dei passi perduti.
Si piazzo` di fronte alla parete a sinistra, poi su, in alto. Lo vide.
Roger Valin. Volto scavato, sguardo assente. Capelli incanutiti anzitempo. L’unica foto che erano riusciti a reperire era allegata al badge che usava per entrare in ufficio – completo grigio chiaro, camicia a righe sottili, cravatta verde.
Scomparso inspiegabilmente nel nulla una mattina di ottobre.
Diciassette anni prima…
Il libro:
Sette anni dopo l’ultimo sanguinoso caso de Il suggeritore che l’ha vista coinvolta in prima persona nelle indagini, l’agente Mila Vasquez ha deciso di propria spontanea volontà di rintanarsi nella sezione persone scomparse del dipartimento di polizia. Si è tolta dalla scena. Ha rinunciato a fare carriera per evitare di dover mettere piede in altre scene del crimine.
Il precedente caso l’ha sconvolta, ma non è stata solo la violenza degli avvenimenti a cui ha assistito ad averla spinta a prendere una decisione così forte: Mila teme l’attrazione fatale verso l’oscuro, verso il male. Attrazione spinta all’estremo dalla sua totale mancanza di empatia.
A seguito di un delitto tanto sanguinoso quanto enigmatico, la protagonista è però costretta ad andare contro la propria decisione e tornare in prima linea. Un uomo armato è entrato in casa di un imprenditore di una casa farmaceutica e, uno dopo l’altro, ha ucciso tutti i componenti della sua famiglia ad eccezione del figlio minore. Il bambino è stato risparmiato per uno scopo particolare: chiamare la polizia per descrivere e fornire anche le generalità del carnefice.
A parte la crudeltà con cui è stato compiuto ed il fatto che è stato l’assassino stesso a voler rivelare la propria identità fornendo anche un identikit, è un altra ulteriore singolarità a rende il crimine particolarmente enigmatico: l’omicida risultava scomparso da ben 17 anni. L’uomo è riapparso dal nulla con indosso gli stessi abiti immortalati nella foto segnaletica archiviata presso il dipartimento persone scomparse e, compiuto il massacro, nel nulla è anche infine ritornato, facendo perdere nuovamente le sue tracce.
Lo strano caso non è nemmeno isolato. Quasi come fosse una vera e propria armata delle ombre, una dopo l’altra, persone scomparse da anni fanno ritorno tra i “vivi” per compiere un omicidio. Dove sono stati tutto questo tempo? E perché sono tornati? La protagonista è chiamata a dare una risposta.
Mila Vasquez capisce subito che non serve a nulla concentrarsi sui singoli sanguinosi eventi. È necessario dare una forma all’oscurità che prima ha inghiottito quelle persone come vittime per poi risputarli improvvisamente fuori come assassini. È necessario attribuire un senso a quella oscurità.
L’agente deve formulare un’ipotesi convincente, solida, razionale… un’ipotesi del male. Ma per verificarla non c’è che una soluzione: consegnarsi lei stessa al buio.
Donato Carrisi propone un thriller eccezionale, scritto molto bene e davvero molto coinvolgente. Lo scrittore riesce a tenere sempre alto il livello di tensione, tenendo così sempre ben viva, pagina dopo pagina, l’attenzione del lettore.
L’ipotesi del male thriller che ci è piaciuto davvero molto e che consigliamo quindi a tutti gli amanti del genere. Assolutamente da leggere!