Titolo: Il deserto dei Tartari
Autore: Dino Buzzati
Pagine: 234
Genere: Romanzo
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In breve:
Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì una mattina di settembre dalla città per raggiungere la Fortezza Bastiani, sua prima destinazione.
Si fece svegliare ch’era ancora notte e vestì per la prima volta la divisa di tenente.
Come ebbe finito, al lume di una lampada a petrolio si guardò nello specchio, ma senza trovare la letizia che aveva sperato. Nella casa c’era un grande silenzio, si udivano solo piccoli rumori da una stanza vicina; sua mamma stava alzandosi per salutarlo. Era quello il giorno atteso da anni, il principio della sua vera vita. Pensava alle giornate squallide all’Accademia militare, si ricordò delle amare sere di studio quando sentiva fuori nelle vie passare la gente libera e presumibilmente felice; delle sveglie invernali nei cameroni gelati, dove ristagnava l’incubo delle punizioni. Ricordò la pena di contare i giorni ad uno ad uno, che sembrava non finissero mai.
Adesso era finalmente ufficiale, non aveva più da consumarsi sui libri né da tremare alla voce del sergente, eppure tutto questo era passato. Tutti quei giorni, che gli erano sembrati odiosi, si erano oramai consumati per sempre, formando mesi ed anni che non si sarebbero ripetuti mai. Sì, adesso egli era ufficiale, avrebbe avuto soldi, le belle donne lo avrebbero forse guardato, ma in fondo – si accorse Giovanni Drogo – il tempo migliore, la prima giovinezza, era probabilmente finito. Così Drogo fissava lo specchio, vedeva uno stentato sorriso sul proprio volto, che invano aveva cercato di amare. Che cosa senza senso: perché non riusciva a sorridere con la doverosa spensieratezza mentre salutava la madre?
Il libro:
Dino Buzzati inizia a scrivere Il deserto dei Tartari l’opera nel 1933 per vederla pubblicata nel 1940. Il titolo avrebbe dovuto essere La Fortezza ma l’imminente guerra mondiale spinse però l’autore a scegliere un titolo più vago e quindi meno inquietante.
Il romanzo mantiene una forte unità di luogo e di tempo: lo scenario non cambia praticamente mai e non sono presenti riferimenti ad avvenimenti accaduti in un tempo diverso da quello della narrazione. Tale rigidità spazio/temporale, la decisione di ambientare la storia in una atmosfera quasi incantata, immensa e avvolta in un irreale silenzio, e la presenza di situazioni al limite del grottesco, amplificano fortemente il senso dell’allegoria più o meno nascosta tra le righe: il trascorrere inesorabile del tempo e l’impietoso consumarsi delle aspettative di ogni uomo, che non può evitare di lasciarsi trascinare dal corso della vita.
Dino Buzzati spinge all’esasperazione la ricerca da parte del protagonista, Giovanni Drogo, di un senso per la propria situazione, ed è una ricerca che finirà invece con annullarlo completamente, fino a farlo morire solo al mondo, senza amici, figli e senza aver lasciato nessun segno.
Si nota infine chiaramente la presenza dell’altro tema ricorrente nei testi di Buzzati: l’irrazionale ed incondizionato rispetto di una regola tirannica. Si noti ad esempio l’episodio in cui i soldati della fortezza uccidono Lazzari perché non conosce la parole segreta per poter rientrare nelle mura, nonostante sia stato chiaramente riconosciuto da tutti.
Scriveva infatti Buzzati:
Probabilmente tutto è nato nella redazione del Corriere della Sera. Dal 1933 al 1939 ci ho lavorato tutte le notti, ed era un lavoro piuttosto pesante e monotono, e i mesi passavano, passavano gli anni e io mi chiedevo se fosse andata avanti sempre così, se le speranze, i sogni inevitabili quando si è giovani, si sarebbero atrofizzati a poco a poco, se la grande occasione sarebbe venuta o no, e intorno a me vedevo uomini, alcuni della mia età, altri molto più anziani, i quali andavano, andavano, trasportati dallo stesso lento fiume e mi domandavo se anch’io un giorno non mi sarei trovato nelle stesse condizioni dei colleghi dai capelli bianchi già alla vigilia della pensione, colleghi oscuri che non avrebbero lasciato dietro di sé che un pallido ricordo destinato presto a svanire.
Leggi anche: Riassunto del romanzo