Titolo: Chi manda le onde
Autore: Fabio Genovesi
Genere: Romanzo
Pagine: 396
Editore: Mondadori
Acquistalo adesso su AMAZON.it
In breve:
…il dolore vero invece non arriva da un punto preciso, lui ti sta tutto intorno come il mare quando è mosso, un mare profondo e buio e pieno di onde altissime che arrivano da tutte le parti. La corrente ti porta un po’ di qua un po’ di là, poi arriva un’onda più alta e ti travolge e vai sott’acqua, e non respiri e non sai più dove sei, da che parte è il fondo e dove la superficie, e cosa sono queste cose molli e viscide che ti si appiccicano ai polsi e alle gambe e ti portano giù. Allora ti lasci andare e affondi per sempre, e tutto gira più forte e insieme più piano, senti il cuore che batte lento nelle orecchie e il respiro finisce, e proprio mentre stai per affogare, ecco che l’onda passa e ti ritrovi con la testa fuori dall’acqua, respiri e sei ancora qui, ma dove non lo sai. Ti guardi intorno, cerchi qualcosa a cui reggerti, ma non c’è verso di vedere nulla perché la gobba di un’altra onda scura sale a coprire tutto, e fra un po’ sarai di nuovo sotto, col mare che continua a stringerti nel suo abbraccio che ti chiude la gola, ti pesa sul petto, ti porta a fondo.
È lo stesso mare che si è portato via Luca, lo stesso identico mondo d’acqua scura che ha preso tuo figlio e l’ha fatto sparire, così grande che i suoi amici non se ne sono accorti…
Il libro:
Serena è una bellissima donna quarantenne.
Se nonostante le difficoltà è ancora in grado di tirare avanti nel mare della vita, remando con tutta la dovuta ironia, lo deve ai suoi due splendidi figli, avuti da un uomo mai conosciuto ma capace di travolgerla puntualmente in un irresistibile turbine di passione.
Il maggiore è Luca: un ragazzone di quasi due metri appassionato di surf, atletico, bello, intelligente, pieno di qualità… è una persona davvero speciale, capace di ammaliare chiunque incontri.
Luna è la più piccola: dalla madre ha ereditato tutta l’ironia, di cui se ne deve servire al meglio per affrontare quotidianamente tutti gli ostacoli posti da una società che cataloga come “differente” una persona albina. Ha capelli, pelle e occhi chiarissimi. Non può uscire dalla loro casa di Forte dei Marmi senza avere addosso una buona dose di crema solare, felpa con cappuccio e occhiali da sole.
Poi c’è Sandro Mancini, il nuovo supplente di inglese di suo figlio. L’uomo è un inetto. Ha la stessa età di Serena ma vive ancora con i suoi genitori. Non ha ancora deciso cosa fare della propria vita, sempre alla ricerca di una magica chiave di volta che possa finalmente sostenere il suo futuro, dando un senso al tutto. È un fallito e Serena sa benissimo che dovrebbe starne alla larga. Ma Luca ne è entusiasta ed anche a lei piace… a lei purtroppo piace molto.
Serena ha già capito da tempo che ogni tentativo di spingere o trattenere Luca è una vana illusione. Il ragazzo viaggia su un altro livello. È sempre stato molto maturo è responsabile: i suoi prossimi diciotto anni non sono attesi con la tipica sorpresa di chi vede il proprio bambino diventare improvvisamente adulto, piuttosto con la sorpresa opposta di chi scopre che non lo era ancora.
Quando il professore d’inglese (sia per fare colpo sulla donna che per consentire al ragazzo di vivere veramente la vita, come lui non ha mai fatto) consiglia alla madre di non opporsi alla volontà di Luca di partire per la vacanza in Francia a base di surf che tanto desidera, è quindi come sfondare una porta già aperta.
Arriva infine il giorno del compleanno di Luca. L’indomani tornerà a Forte dei Marmi e Serena, Luna ed il neomaggiorenne potranno festeggiare insieme.
Una notizia improvvisa sconvolge però ogni piano: durante l’ultima uscita in mare il ragazzo muore.
Non è un incidente e non ha assunto droghe. È definita una morte naturale, come se ci possa essere qualcosa di naturale nella morte di un figlio tanto speciale, che in vita sua non ha mai avuto nemmeno un raffreddore.
Serena ride, non ci crede. Non può essere vero.
Poi crolla e sopraffatta dal dolore si blocca: come può andare avanti il mondo se lui non c’è più? Non può proprio…
Il mondo va invece benissimo avanti lo stesso ed anche Serena dovrà inevitabilmente riconoscerlo ributtandosi nuovamente nel turbinio della vita… e tra le fantasie della figlia Luna e del suo nuovo amichetto Zot, gli appostamenti di Sandro e le stravaganze dei nuovi amici che incontrerà nella corrente, non c’è proprio termine migliore di turbine per descrivere la sua esperienza.
Finalista nell’edizione 2015 del premio Strega e vincitore del premio Strega Giovani, Chi manda le onde è la storia di persone imperfette che si trovano ad affrontare l’improvvisa e dolorosa morte dell’unico personaggio perfetto. Fabio Genovesi è bravissimo a giocare con tutti i loro difetti creando situazioni davvero particolari e divertenti nell’intorno di un evento drammatico.
È un romanzo poliedrico che sa fa ridere davvero, ma anche far pensare e commuovere il lettore. La penna dello scrittore cambia di tono in modo impeccabile, adattandosi di volta in volta ai diversi passaggi. Solenne il capitolo in cui Fabio Genovesi paragona il dolore al mare mosso, che con le sue onde toglie la vista dell’orizzonte in quei pochi istanti in cui ci è consentito di restare a galla, prima di essere investiti dall’onda successiva, che sopraggiunge per ributtarci con prepotenza nei suoi abissi. Più semplici, leggeri e frizzanti invece i numerosi passi che raccontano gli esilaranti avvenimenti che costellano tutto il libro.
Quando il turbine degli eventi travolge i personaggi di un libro, è anche lo stesso scrittore a trovarsi coinvolto. La velocità della scrittura aumenta, si è prossimi alla bocca del vortice… è ora di preparare il finale e deve inevitabilmente trovare il modo di salvarsi. Tra solennità e leggerezza, Fabio Genovesi sceglie fondamentalmente l’ultima per concludere… scelta pienamente in linea con l’imperfezione dei protagonisti, certo, ma io personalmente avrei preferito toni più alti. In ogni caso rimane comunque un ottimo romanzo.
Assolutamente consigliato!