Sabrina guardò fuori dalla finestra, scostando con garbo la tenda di pizzo fatta a mano da sua nonna apposta a decorar la locanda presa in gestione dall’adorata nipotina e quel suo giovane marito che cucinava così bene da andar a cercar fortuna lontano, dove la gente di città poteva arrivar in carrozza e gustare le leccornie che solo lui sapeva fare.
La neve cadeva a larghe falde a ricoprire l’ampio cortile … Sabrina emise un sospiro di preoccupazione e pure di gioia. Mancavano due giorni a Natale e ne avevano da fare lei e il suo Carlo.
Lui a preparare le prelibatezze del suo Trentino, attento a soddisfare i numerosi clienti e i notabili che da Arona, sulle rive del lago Maggiore, salivano verso la collina di San Carlo con carrozze e cavalli.
La Cascina era il locale scelto da loro anni addietro e ‘Sabrina della Cascina’ era lei, così la chiamavano tutti, dalle sponde del lago fino alla collina appena sopra, dove troneggiava l’immensa statua di San Carlo Borromeo, Santo molto caro alla gente del posto.
Lei amava allestire le due sale ristorante con decorazioni natalizie, pigne, pendenti luccicanti, nastri di seta colorata, e rami raccolti là fuori e dipinti in oro. E i tavoli con tovaglie ricamate nello stile dell’Alto Adige, pigne ,rametti e candele. Il camino acceso con un bel fuoco scoppiettante, creava la giusta atmosfera che lei e suo marito, mano nella mano, ammiravano compiaciuti prima dell’arrivo dei clienti.
Quando ne avevano il tempo!
Sabrina aprì la finestra, nonostante fosse mattino molto presto e s’inebriò di quella magia che porta ogni volta la neve.
Dalla cucina si sentiva cantare “ Lassù per le montagne…fra boschi e valli d’or…”
Allora … ci sarà da pelar patate. Lo stinco di maiale al forno vuole intorno una buona dose di patate ben dorate … ci sarà da preparar le frittelle di mela alla cannella, ci sarà … oh, bene, andiamo per ordine …
Per cominciare, Hugo, l’aperitivo con cui vengono accolti i clienti .
Poi antipasto con speck dell’Alto Adige, rosti, luganega, il formaggio delle malghe e tartare di cervo …
Non mancherà il risotto allo strudel sfumato grappa, con mele, uvetta, pinoli e cannella, gli Spatzle alla tirolese, gnocchetti con speck e finferli, e i canederli , in buon brodo o con burro fuso e foglie di salvia, dunque lo stinco, baccalà o medaglioni di cervo come vogliono lor signori!
Quello che non manca mai sono le frittelle di mela alla cannella con il miele, di quelle va ghiotto anche il Sindaco! Il quale si gusta volentieri un bicchiere di Teroldego insieme ai notabili di Arona e tanti altri clienti affezionati.
Chiuse la finestra rabbrividendo per il freddo … e per le notizie che aveva portato Antonio insieme al latte, col suo calesse, latte appena munto e c’era una mucca gravida che lo preoccupava e le chiacchiere di chi arrivava da più lontano, dalla pianura, fin da Milano … venti di guerra.
C’era chi si allontanava dalla città, e cercava riparo nelle campagne e in su verso i monti.
Il camino acceso le diede conforto e scaldandosi le mani , sbirciò in cucina dove tutto procedeva tranquillamente.
Si versò una tazza di Succo di Mela delle Dolomiti e ne versò una dose generosa anche al marito: “Dovremo prepararne ancora, visto che ormai tutti ce lo chiedono, una bontà ! Appena fatto è subito venduto tutto! “
E con la tazza in mano andò a cercare le statuine.
Come ogni anno avrebbe fatto sfoggio del suo presepe fatto in Trentino, statuine scolpite dagli uomini lassù nei lunghi inverni, scolpite nel legno con amore e con amore dipinte di svariati colori.
Mise la capanna in mezzo al muschio e poi la Madonna con la veste dipinta di azzurro e San Giuseppe e dietro i pastori. Chi con la pecorella in spalla, chi con secchi di latte e contadine con ceste di frutta … ma frugando nella cassapanca Sabrina cercava invano il Bambin Gesù!
Sparito! Non si trovò da nessuna parte.
La Vigilia di Natale Sabrina si girava e rigirava tra i tavoli preparati e una strana inquietudine le serpeggiava dentro.
Tutti i tavoli erano stati prenotati, in arrivo la migliore clientela che loro potessero desiderare.
Era passata da poco l’ora dei Vespri e anche il Parroco avrebbe fatto loro buona compagnia.
Le carrozze stavano arrivando, una dopo l’altra.
Sabrina volse uno sguardo in alto verso la statua di San Carlo con un’intima preghiera che tutto si svolgesse bene anche senza il Gesù Bambino…
I cavalli scalpitavano nella neve, fruscii di abiti eleganti, bagliori delle candele e delle lanterne appese fuori, risate e voci allegre arrivavano fino a lei, che si disse in un sussurro “ Quanta bella gente, certo che dovrei proprio cercare qualcuno che mi aiuti in questo mestiere” e fu sopraffatta dall’ingresso del gruppo di clienti e da una folata di aria fredda e neve.
La sala ristorante gremita luccicava di gioielli, sete colorate e i lunghi vestiti raccolti nei fiocchi.
Musica natalizia danzava tra i muri e le sedie e le risate. Chi brindava con Hugo, l’aperitivo esclusivo della Cascina, chi si aggirava ammirando le decorazioni e sbirciando il menù.
Gli uomini, poggiati i bastoni da passeggio, s’intendevano con Carlo in disquisizioni sul vino di provenienza dell’Alto Adige.
Furono serviti i piatti ben preparati da Carlo, lo stinco di maiale al forno e tutte le prelibatezze delle sue montagne, fu versato vino speciale e il vociare diveniva sempre più allegro.
Un bussare alla porta timido e poi insistente e guardando fuori Sabrina rimase di stucco: “ Scusate Signora, veniamo da lontano, dalle porte di Milano e son giorni che viaggiamo e la mia sposa è incinta e non sta bene …”
Un giovane alto e forte, avvolto in un mantello, sorreggeva una donna giovane e delicata in stato evidente di gravidanza.
“Siamo venuti via dalla città, dalla lontana Milano, là le cose si mettono male…verranno brutti tempi di guerra e volevamo trovare riparo su verso i monti”
In un baleno Sabrina si rese conto che la donna era al termine della gravidanza, che erano brave persone in tempi difficili. Fece accomodare la donna in una stanza sul retro e mandò a chiamare la levatrice, Simona, sua amica, che era esperta nell’alleviare le sofferenze del parto con voce suadente e segreti del mestiere.
Giunse anche Prisca, abilissima nel tagliare e cucire qualsiasi pezzo di stoffa, e si mise subito a creare un abitino di fortuna per la creatura che sembrava aver voglia di nascere nella notte di Natale.
Anche Giuliana, che si interessava ai bisognosi, pensò a come sistemare questa nuova famiglia.
Giacomo, così disse di chiamarsi l’uomo, dichiarò d’intendersene per aiutare in cucina e andò ad aiutare Carlo, così da non pensare alla moglie che stava partorendo.
Due ore dopo, sul far della notte, un vagito raggiunse la sala da pranzo.
Tutti rimasero in silenzio stupiti ed entrò Sabrina portando in braccio un bimbo avvolto in una coperta …
E fu una festa per tutti, i brindisi continuarono a lungo, mentre l’uomo andava nella stanza ad abbracciare la sua donna perché erano al riparo con il loro bimbo, nonostante i tempi incerti, e lui era appena stato assunto come aiutante nelle cucine.
Racconto di Anna de Zuani, concorso letterario 2013 de La Cascina