Nonna Elvira era seduta con i suoi due nipotini vicino allo scoppiettante fuoco del camino e stava raccontando loro una leggenda, che non era mai stata scritta, ma si tramandava a voce di generazione in generazione.
“Dovete sapere, bambini” disse nonna Elvira con voce bassa e carica di emozione “che tutti noi abbiamo una fatina che ci segue ovunque andiamo e, con i suoi poteri magici, ci aiuta nelle faccende di tutti i giorni”.
I bambini si guardarono attorno con gli occhi sbarrati in cerca dei piccoli esserini alati che tante volte avevano visto disegnati sulle pagine dei libri illustrati.
“Io la mia non la vedo” disse Annalisa, la più piccola, guardando addirittura tra i suoi boccoli dorati.
“Questo perché sono invisibili ai nostri occhi, ma ce ne sono di tanti tipi sapete?” continuò l’anziana signora fissando ad uno ad uno i visi curiosi dei suoi nipotini “Quelle dei bambini sono colorate come l’arcobaleno e sempre piene di energia, quelle degli anziani sono grigie e molto sagge, quelle degli scrittori vanno sempre in giro con un grosso retino per acchiappare le idee che spesso cercano di scappare dalla testa di chi le ha pensate, mentre quelle dei poliziotti hanno un intuito eccezionale, insomma ce ne sono proprio di tutti i gusti. Le più speciali, però, sono le fatine gemelle.”
“Le fatine gemelle?” chiesero in coro i due bimbetti.
“Di chi sono le fatine gemelle?” chiese Robertino agitandosi tutto sul tappeto.
“Dai, nonna diccelo!” esclamò Annalisa piena di curiosità.
“Dovete sapere, piccoli miei, che solo le mamme hanno come aiutanti le fatine gemelle” rispose la nonna con un sorriso “E sapete perché?”
I bambini scossero la testa con decisione, rischiando di perdere l’equilibrio.
“Perché intanto che una fatina aiuta la mamma nel suo lavoro, l’altra sta attenta che tutti gli impegni dei suoi bambini non vadano persi; intanto che una fatina la aiuta a stirare, l’altra le suggerisce una dolce ninnananna per il suo bambino e poi, serve la magia di due fatine per il miracoloso bacio che fa passare tutti i mali ” spiegò la nonna.
“Ma allora le mamme sono più forti delle fatine!” esclamò Robertino balzando in piedi.
La nonna annuì con un dolce sorriso e posò le sue stanche mani in grembo.
“Andiamo a dare un bacio alla mammina” disse allora Annalisa.
Seguita dal fratellino, si fiondò in cucina, dove la loro mamma stava preparando una deliziosa cenetta, mentre, con grande attenzione, ascoltava le vicende scolastiche della figlia più grande.
Racconto di Irene Zanetti, www.irenezanetti.it , Vincitore premio internazionale di narrativa ABCZETA 2009 – sezione bonsai