l ..siés baraòs trapolorum.. pronunciato da Renzo nell’osteria della luna piena dopo i tumulti di San Martino può essere paragonato al Papé Satàn, papé Satàn, aleppe! dell’Inferno di Dante.
Anche nel caso del “siés baraòs trapolorum” c’è infatti un accostamento confuso di parole di diversa lingua, Latino e Spagnolo in particolare, le interpretazioni sono molteplici ed il dibattito circa il reale significato della frase non è mai riuscito ad arrivare ad una interpretazione univoca.
La frase di Renzo è con buona probabilità semplicemente un’eco delle parole sentite poco prima da Ferrer, con una punta di parodia: Trapolorum andrebbe accostato al Latinorum e manifesta la diffidenza del giovane verso le parole del cancelliere, pronunciate in una lingua non comprensibile dal volgo con l’unico scopo di confonderne le idee; Baraòs ha radice invece “barare”.