Ruggiero è completamente preso dalla passione per Angelica e si strappa l’armatura per poterla sfogare.
La donna, imbarazzata per essere completamente nuda, guardandosi il corpo si accorge di avere al dito l’anello, che in precedenza le era appartenuto ed del quale aveva fatto grande uso in passato, fino a quando Brunello non glielo rubò. Angelica si mette l’anello in bocca e scompare alla vista del cavaliere.
Ruggiero cerca invano di ritrovare la donna, ma lei è ormai lontana ed è quindi giunta in una grotta dova trova cibo, vestiti, che seppur rozzi non riescono però a non farla comparire bella e nobile, ed una cavalla con cui poter proseguire il proprio viaggio verso casa.
Il cavaliere intanto, accortosi di aver infine perduto anche l’Ippogrifo che, liberatosi dal morso, volava ora libero in cielo, riprende le proprie armi e si incammina a piedi.
Giunto in un bosco, sente un gran rumore d’armi ed assiste alla battaglia tra un gigante ed un valoroso cavaliere. Questo ultimo viene tramortito da un colpo alla tesa; il gigante gli rimuove l’elmo per tagliargli la testa e Ruggiero si accorge a quel punto che si tratta dell’amata Bradamante.
Prima che possa intervenire in difesa della donna, il gigante se l’è messa in spalla e inizia a scappare inseguito dal cavaliere.
Nonostante il debole vento, Orlando giunge all’isola di Ebuda prima del re Oberto d’Irlanda. Lasciata la nave al largo, raggiunge l’isola con una scialuppa portando con sé solo la spada, la più grossa ancora della nave ed una robusta fune.
Avvicinatosi ormai alla riva, sente il pianto di una donna, che, nuda, era stata incatenata ad uno scoglio. Si avvicina a lei con la scialuppa, quando improvvisamente compare il mostro marino che, vista l’imbarcazione del paladino, spalanca la bocca per inghiottirla. Orlando approfitta dell’occasione per piantare in bocca all’orca l’enorme ancora così da impedirle di richiederla. Si immerge quindi anche lui nel mostro e dal dentro inizia a trafiggerla con la propria spada.
Il cavaliere abbandona infine la gola dell’animale impugnando la robusta fune che aveva legato all’ancora, nuota fino alla riva ed inizia a tirare a sé l’orca con tutta la sua smisurata forza. Il mostro marino, sentendosi in trappola, cerca di divincolarsi, con però il solo risultato di ferirsi ulteriormente.
Proteo, sentito il frastuono di quel combattimento, esce dal mare ed assiste alla scena. Preso dalla paura non potrà fare altro che fuggire al largo; lo stesso farà Nettuno e tutti gli altri Dei marini.
Il paladino tira infine l’orca ormai morta sulla spiaggia. Gli abitanti di Ebuda invece di mostrare gratitudine, si arrabbiano e sono intenzionati a sacrificare Orlando al Dio Proteo buttandolo in mare, così da evitare una sua nuova ira. Il paladino, sguaina la spada e senza troppo infierire si apre giusto la strada verso la donna.
Nel frattempo arriva l’esercito mandato dall’Irlanda, fa strage del nemico, saccheggia e distrugge tutto ciò che incontra.
La donna incatenata nuda è Olimpia. Orlando ascolta la sua storia e la libera.
Arriva sulla spiaggia anche re Oberto, che vuole accertarsi con i propri occhi di quanto gli era stato riferito del combattimento tra il cavaliere e l’orca. Orlando ed Oberto si conoscevano da tempo e si abbracciano contenti, poi il paladino racconta al re il tradimento subito da Olimpia per opera di Bireno.
Le lacrime della donna, la sua storia e soprattutto il suo bellissimo corpo nudo, accendo all’istante d’amore il re d’Irlanda, che subito si propone di portarla in Olanda e di fare di tutto per ridarle il suo regno e per punire adeguatamente il crudele Bireno.
Orlando è contento della situazione, può evitare di andare lui stesso a vendicarla e può quindi continuare nel suo intento: ritrovare Angelica. Nessuno è però rimasto vivo sull’isola ed il paladino non riesce ad avere quindi alcuna notizia di lei.
Il re Oberto, insieme ai re d’Inghilterra e di Scozia, toglierà a Bireno l’Olanda, la Frisia, l’isola Zeeland ed infine anche la vita. Sposò infine Olimpia e da contessa la fece regina.
Orlando, ritornato al porto di partenza, riprende il proprio cavallo Brigliadoro e continua il viaggio alla ricerca dell’amata. La primavera seguente, mentre è in viaggio, sente le urla di una donna in pericolo, sguaina la propria spada e corre in suo aiuto.
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