L’arcangelo Michele aveva mandato la Discordia tra i cavalieri pagani, così da farli litigare tra loro e distoglierli dalla guerra contro i cristiani. Inizialmente la Discordia aveva avuto successo, poco dopo però, grazie anche all’intervento del diavolo, la situazione torna nuovamente alla normalità e l’esercito cristiano è costretto nuovamente a rifugiarsi tra le mura di Parigi.
L’arcangelo Michele si accorge della situazione, capisce che la Discordia non ha svolto fino in fondo il lavoro assegnatole e torna quindi a trovarla..
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Al monister, dove altre volte avea
la Discordia veduta, drizzò l’ali.
Trovolla ch’in capitulo sedea
a nuova elezion degli ufficiali;
e di veder diletto si prendea,
volar pel capo a’ frati i breviali.
Le man le pose l’angelo nel crine,
e pugna e calci le diè senza fine.
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Indi le roppe un manico di croce
per la testa, pel dosso e per le braccia.
Mercé grida la misera a gran voce,
e le genocchia al divin nunzio abbraccia.
Michel non l’abandona, che veloce
nel campo del re d’Africa la caccia;
e poi le dice: – Aspettati aver peggio,
se fuor di questo campo più ti veggio. –
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Come che la Discordia avesse rotto
tutto il dosso e le braccia, pur temendo
un’altra volta ritrovarsi sotto
a quei gran colpi, a quel furor tremendo,
corre a pigliare i mantici di botto,
ed agli accesi fuochi esca aggiungendo,
ed accendendone altri, fa salire
da molti cori un alto incendio d’ire.
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Verso il monastero dove altre volte
aveva visto la Discordia, l’arcangelo Michele indirizzò le proprie ali.
La trovò seduta nella sala delle riunioni
mentre si teneva l’elezione dei superiori del monastero;
la Discordia si divertiva nel vedere
i frati che si tiravano i breviari sulla testa tra di loro.
L’angelo afferrò tra le mani i capelli della Discordia
e le diede calci e pugni senza interruzione.
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Le ruppe poi un crocifisso
sulla testa, sulla schiena e sulle braccia.
La povera Discordia chiedeva pietà a gran voce,
abbracciando anche le ginocchia del messaggero di Dio.
L’arcangelo Michele non la lascia stare e velocemente
la butta nuovamente tra l’esercito pagano;
poi le dice: – Aspettati una peggiore punizione,
dovessi vederti ancora una volta lontana da questo accampamento. –
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La Discordia, sebbene avesse rotta
la schiena e le braccia, temendo
di ritrovarsi un’altra volta sotto
quei colpi pesanti inflitti dall’arcangelo, sotto quella tremenda rabbia,
corre subito a prendere i mantici,
per ridare forza alle liti tra i cavalieri pagani,
ed accendendone anche altre, così da fare divampare
da molti cuori un alto incendio d’ira.